Sarà il Csm a indicare alle procure i criteri in base ai quali definire le priorità dell' azione penale, cioè a quali reati dare la precedenza. Lo prevede la bozza sul processo penale contenuta nella riforma della giustizia, che il ministro Alfonso Bonafede si appresta a presentare al Consiglio dei ministri.
"La rinuncia a qualsiasi ipotesi di allargamento del cosiddetto patteggiamento, la genericità dei punti di delega - affermano tra l'altro i penalisti - caratterizzano una proposta destinata a non incidere concretamente sulla durata dei tempi del processo" ."La sostanziale abrogazione della prescrizione - aggiungono - è norma incostituzionale che deve essere definitivamente superata".
Sarà il Csm a indicare alle procure i criteri in base ai quali definire le priorità dell' azione penale, cioè a quali reati dare la precedenza. Lo prevede la bozza sul processo penale contenuta nella riforma della giustizia, che il ministro Alfonso Bonafede si appresta a presentare al Consiglio dei ministri.
La riforma che il ministro Bonafede ha presentato oggi a magistrati e avvocati prevede che gli uffici del pubblico ministero "per garantire l'efficace e uniforme esercizio dell'azione penale selezionino le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre sulla base di criteri di priorità trasparenti e predeterminati indicati nei progetti organizzativi delle procure della Repubblica e redatti periodicamente dai dirigenti degli uffici, sulla base dei principi dalle delibere del Consiglio Superiore della Magistratura". E stabilisce che nella elaborazione dei criteri di priorità il procuratore abbia un'interlocuzione con il procuratore generale presso la Corte d'Appello e con il presidente del tribunale e tenga conto anche "delle risorse tecnologiche umane e finanziarie disponibili". (
Testi sulla riforma del Csm non sono stati ancora presentati, ma resterebbe ferma l' ipotesi di intervenire sul sistema elettorale con il sorteggio. È quanto si è appreso al termine dei tanti incontri che oggi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha avuto con i rappresentanti dell' avvocatura e della magistratura.
"E' del tutto inaccettabile voler rimettere al Consiglio Superiore della Magistratura in via originaria la individuazione dei criteri per la selezione delle notizie di reato. Si tratta di un intervento non compatibile con l'attuale disciplina contenuta nelle norme di attuazione del codice di procedura" Lo afferma in una nota l' Unione delle Camere penali, secondo cui nel complesso la riforma del processo penale del ministro Bonafede non inciderà "concretamente sulla durata dei processi".
"Netta contrarietà" sulla nuova disciplina della durata delle indagini preliminari prevista dalla riforma del processo penale del ministro della Giustizia viene espressa dall'Associazione nazionale magistrati. E' una "norma manifesto", spiega l'Anm, che "rischia di vanificare il contrasto non solo alla criminalità organizzata ed al terrorismo ma anche alla criminalità economico-finanziaria e in materia di pubblica amministrazione".
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