Con la convocazione del padre della
ragazzina palermitana vittima della "Blue Whale Challenge", il
gioco adolescenziale diventato virale sul web, dopo l'estate
entrerà nel vivo il processo in cui una 23enne risponde di atti
persecutori e violenza privata aggravata. Secondo l'accusa
avrebbe costretto, con un complice di origini russe di 16 anni,
una alunna di scuola media, ora 14enne, a infliggersi tagli sul
corpo e ad inviarle le foto, come step iniziale delle 50 prove
di coraggio. Stamane alla prima udienza il giudice monocratico
ha ammesso le prove testimoniali e documentali avanzate dal pm e
dal difensore, tra cui anche l'interrogatorio dell'imputata, e
ha rinviato al prossimo 18 settembre per l'esame del padre della
giovane presunta vittima la quale, invece, allo stato dei
lavori, non dovrebbe essere convocata in Tribunale per rendere
testimonianza. Quello per cui ora si sta celebrando il processo
è il primo e unico caso accertato a Milano di Blue Whale.
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