Riprendono le trame in parlamento e in casa Tory contro Theresa May sulla Brexit, mentre monta il caso innescato dalle dichiarazioni di alcuni deputati anonimi dell'ala dei 'brexiteers' ultrà che sui domenicali hanno parlato di "killing zone" in vista per la leadership della premier, evocandone "l'assassinio" politico con "coltelli" e "cappi".
May è attesa oggi stesso ai Comuni per un nuovo aggiornamento sulle prospettive negoziali con Bruxelles, nel quale ribadirà che l'accordo di divorzio è quasi fatto, ma insisterà anche al suo 'no' al 'backstop' chiesto dall'Ue sull'Irlanda del Nord.
Rassicurazioni che tuttavia non placano i falchi, almeno una quarantina di deputati secondo Times e Telegraph, che restano pronti a votare 'no' a un accordo come quello auspicato dalla premier. Proprio dalle loro file salgono anche i toni minacciosi sulla "killing zone" condannati in queste ore da altri esponenti Tory, ma anche figure dell'opposizione laburista quali Yvette Cooper, che - pur nel dissenso da May - bolla come "vile" e incendiario il linguaggio usato contro la premier in questa circostanza e sollecita il partito di governo d'indagare al suo interno per smascherare coloro che lo adoperano.
Intanto il movimento 'People's Vote', che sabato ha rivendicato di aver portato in piazza quasi 700.000 persone a Londra nella sua marcia per un (al momento improbabile) secondo referendum sulla Brexit, cerca di far franare il terreno sotto il governo May anche sul fronte dei Conservatori più moderati: sperando - stando al Guardian - in qualche decina di deputati 'incerti' per rafforzare la pattuglia di 8 ribelli anti-Brexit venuti finora allo scoperto nel partito della premier.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA