Il giudice chiamato a pronunciarsi
sull'impugnazione del riconoscimento del figlio naturale
concepito con maternità surrogata è sempre tenuto a valutare
comparativamente l'interesse alla verità e l'interesse del
minore. E anche in caso di silenzio della legge, vanno valutate
"le modalità del concepimento" e "la possibilità per il genitore
sociale di stabilire, mediante l'adozione in casi particolari,
un legame giuridico che garantisca al minore un'adeguata
tutela". Lo afferma una sentenza della Corte costituzionale
depositata oggi, di cui è relatore Giuliano Amato.
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