Il trucco consisteva nel cambiare
le etichette all'abbigliamento proveniente dalla Cina in modo
tale da farlo risultare italiano tramite un cartellino dal
contenuto inequivocabile: "Fabbricato in Italia - Questo capo è
stato prodotto interamente in Italia".
E' quanto ha scoperto la guardia di Finanza grazie a
un'indagine, battezzata "Wonderland", che, partita da un negozio
di Lugo di Romagna, nel ravennate, ha portato nei giorni scorsi
al sequestro di circa 13 mila capi e di 15 mila cartellini in
seguito a perquisizioni disposte dalla Procura di Bologna.
Le verifiche delle Fiamme Gialle ravennati avevano portato in
prima battuta nella primavera scorsa a individuare una rete
formata da 14 punti vendita distribuiti tra Lugo, Bologna,
Genova, Firenze, Treviso, Pisa e Lucca gestita da tre cittadini
di origine cinese tutti residenti nel capoluogo emiliano.
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