Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Permesso umanitario revocato a libica

Permesso umanitario revocato a libica

Era stata condannata per terrorismo. Ora irregolare in Italia

ROMA, 26 maggio 2017, 17:57

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/AP

© ANSA/AP
© ANSA/AP

Khadiga Shabbi, la ricercatrice universitaria libica condannata dal gup di Palermo, a febbraio scorso, ad un anno e otto mesi di reclusione per istigazione al terrorismo, ha ottenuto dalla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, un permesso umanitario per due anni. Ma il ministro dell'Interno Minniti ha chiesto la revoca della decisione giudicandola errata perchè per lei "vale solo il principio di non 'non refoulement' verso la Libia, cioè il divieto di espulsione nel paese di origine", che per lei sarebbe a rischio. La donna è a questo punto irregolare in Italia, ma nel frattempo ha lasciato il Cie di Castelnuovo di Porto dove era rinchiusa dal giorno della condanna. Shabbi era in Italia per un dottorato grazie ad una borsa di studio dell'università di Palermo pagata dall'ambasciata libica. Nel dicembre del 2015 la Procura di Palermo le contestò di avere fatto propaganda a gruppi integralisti islamici attraverso il web e diversi contatti con foreign fighters libici.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza