Sarà Millicent Fawcett, capostipite
del movimento britannico delle 'suffragette', la prima donna ad
avere l'onore di una statua in Parliament Square, a Londra, di
fronte al Big Ben e di Westminster, accanto a ben 11 uomini che
già vi svettano. Incluso quel Winston Churchill, primo ministro
della Vittoria, che nella sua lunga carriera non risparmiò
velenose ironie sulle donne che invocavano il diritto sacrosanto
di votare. Una rivincita, per dame Millicent, morta nel 1929
dopo aver visto le urne del suffragio 'universale' aprirsi
finalmente all'altra metà del cielo pure in Gran Bretagna.
L'annuncio dell'ok finale al monumento è stato dato oggi da
Theresa May, un'altra donna, seconda inquilina di Downing Street
dopo Margaret Thatcher e leader attuale di quel partito Tory
dominato a suo tempo da Churchill. Millicent Fawcett "continua
ancor oggi a ispirarci nelle battaglie contro le ingiustizie",
ha detto la premier motivando la scelta e ricordando le campagne
non violente condotte fin dal 1897 dalla sua organizzazione, la
National Union of Women's Suffrage Societies, da una cui costola
sarebbe nato poi il più radicale movimento guidato da Emmeline
Pankhurst e detto appunto, non senza una nota di condiscendenza,
delle "suffragette". La statua costerà 5 milioni di sterline e
affiancherà monumenti dedicati anche a personalità come Abraham
Lincoln o, più di recente, Nelson Mandela.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dal movimento
femminista britannico, che ha ricordato l'impegno profuso
dell'attivista Caroline Criado-Perez, nonchè la petizione al
sindaco Sadiq Khan per sollecitare il via libera firmato un anno
fa da 70.000 cittadini tra cui la scrittrice JK Rowling, 'mamma'
di Harry Potter, e le attrici Emma Watson e Naomi Harris.
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