In Italia è sospettato di essere a capo
di un'organizzazione che voleva instaurare un Califfato al posto
del governo eletto in Kurdistan, preparare attentati in Europa e
reclutare combattenti per la Jihad. Sospetti che lo hanno
portato alla sbarra davanti alla Corte d'Assise di Bolzano, che
lo processerà il 13 marzo con altri cinque presunti componenti
di quella cellula. Ma Najmaddin Faraj Ahmad, conosciuto come
Mullah Krekar, non attenderà il processo in un carcere della
penisola: lo farà a piede libero in Norvegia dove era detenuto.
Il Paese dove è approdato nel 1991, ottenendo lo status di
rifugiato, era pronto a consegnarlo dopo la decisione della
Corte Suprema di respingere l'appello contro l'estradizione. Ma
l'Italia, fanno sapere le autorità di sicurezza norvegesi, ha
ritirato la richiesta. "Non c'è stata nessuna rinuncia da parte
del ministero della Giustizia. La magistratura ha revocato
l'ordinanza cautelare nei confronti del mullah e dunque non
c'era più alcun titolo da eseguire", è la spiegazione.
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