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Eutanasia: i casi che hanno scosso le coscienze

Eutanasia: i casi che hanno scosso le coscienze

Attorno alle loro storie le battaglie per il 'fine vita'

17 settembre 2016, 20:02

Redazione ANSA

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 Eutanasia, accanimento terapeutico, suicidio assistito: sono le parole usate, e a volte confuse, per raccontare alcune storie che hanno scosso le coscienze a fronte di vere e proprio battaglie nelle aule e nelle commissioni parlamentari di tutto il mondo per regolamentare le pratiche di fine vita. Per eutanasia si intende una pratica volontaria che porta alla morte utilizzando farmaci e sostanze. Il suicidio assistito e' invece un percorso dove medici e personale qualificato aiutano una persona a togliersi la vita, ma l'atto in questo caso deve essere fatto dallo stesso paziente.

L'accanimento terapeutico (il cui difficile confine e' stato ed e' oggetto di dibattito scientifico e politico) e' invece l'eccesso di cure che non portano piu' nessun giovamento al paziente, a volte addirittura sofferenza inutile. Il caso di Eluana Englaro - che tecnicamente non e' pero' riferibile all'eutanasia ma all'accanimento terapeutico - ha aperto assieme al caso di Piergiorgio Welby nel nostro paese il grande dibattito sociale e politico sul fine vita. Eluana a 21 anni nel febbraio del 1992 rimase in stato vegetativo dopo un incidente stradale che la portò allo stato vegetativo persistente. E' forse il caso piu' famoso in Italia ma in questo caso la famiglia chiese la sospensione della nutrizione artificiale che la teneva in vita, basandosi anche su quello che la figlia aveva espresso contro l'accanimento terapeutico. Dal 1999 il padre della ragazza intraprese una lunga battaglia fino alla morte di Eluana in ospedale a Udine il 9 febbraio 2009.

Dalla sua vicenda che ebbe toni durissimi nacquero le iniziative per introdurre in Italia una legge sul testamento biologico, ancora non approvata. Anche gli ultimi momenti di vita di Piergiorgio Welby, scrittore e giornalista malato di distrofia muscolare progressiva, sono stati al centro di uno scontro politico e ideologico forte. La malattia lo aveva completamente immobilizzato dal 1997 e aveva richiesto di poter staccare il respiratore che lo teneva in vita. Welby raggiunge il suo intento il 20 dicembre 2006, attorniato dai parenti e amici e dai Radicali che sostennero la sua battaglia. A staccagli la spina e' il dottor Mario Riccio, processato e poi assolto nel 2007. A Piergiorgio Welby vennero negati i funerali cattolici. Un'altra storia e' quella di Terry Schiavo, una vicenda americana con caratteristiche diverse rimbalzata sui giornali di tutto il mondo, in particolare in Italia. Theresa Marie Schindler Schiavo, a causa di un arresto cardiaco nel 1990 riporto' gravi danni cerebrali che la portarono in uno stato vegetativo persistente. Nel 1998, Michael Schiavo, suo marito e tutore, chiese e ottenne la rimozione del tubo di alimentazione nonostante l'opposizione dei genitori della donna. Morì in un centro di cure palliative il 31 marzo 2005, all'età di 41 anni.

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