Un detenuto marocchino di 44 anni
rinchiuso nel carcere di Pesaro ha sferrato un pugno ad un
agente di custodia durante un controllo della cella,
fratturandogli il setto nasale. Secondo il sindacato Sappe è un
''fondamentalista islamico che inneggia alla Jihad''. Ma il
Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria afferma che si
tratta di un detenuto comune, che deve scontare una condanna
lunghissima (fine pena 2035) per violenza sessuale e reati
contro il patrimonio, commessi anche in Francia, dove dovrebbe
essere estradato dopo aver saldato il conto con la giustizia in
Italia. ''Nessun sospetto di radicalizzazione'' sul suo conto,
sostiene il Dap, sottolineando che l'uomo non socializza con
nessuno, neppure con i connazionali. Viene comunque attentamente
monitorato, come in questo periodo tutti i reclusi di fede
musulmana. Il Sappe rilancia: troppo pochi gli agenti in
servizio nelle carceri italiane; sottostimato il numero dei
potenziali estremisti islamici.
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