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007 italiani, Isis in crisi esporta terrore

007 italiani, Isis in crisi esporta terrore

Minaccia sempre più imprevedibile, alta preoccupazione

03 luglio 2016, 00:58

Redazione ANSA

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007 italiani, Isis in crisi esporta terrore - RIPRODUZIONE RISERVATA

007 italiani, Isis in crisi esporta terrore - RIPRODUZIONE RISERVATA
007 italiani, Isis in crisi esporta terrore - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla perdita di terreno in Siria, Iraq e Libia, lo Stato Islamico risponde rilanciando la strategia di attacchi terroristici in tutto il mondo. Ieri a Dacca, in precedenza ad Istanbul, Parigi, Orlando, Baghdad. E domani potrebbe essere ovunque, ovunque ci siano interessi occidentali da colpire. La preoccupazione è alta nell'intelligence italiana, non solo da ieri. Accresciuta dall'imprevedibilità della minaccia jihadista, che sempre più spesso sceglie 'soft target', obiettivi difficilmente difendibili, come il ristorante di Dacca. Ed è portata avanti da piccole cellule o addirittura lupi solitari difficili da intercettare. Senza contare che, se è già complicato prevenire il rischio in Italia, lo è ancora di più quando si tratta di difendere connazionali in Paesi come il Bangladesh. Lo scorso 21 maggio il portavoce dell'Isis Abu Muhammad al Adnani aveva esortato i militanti a fare del Ramadan, iniziato lo scorso 6 giugno, "un mese di calamità dappertutto per i miscredenti.

La più piccola azione che farete nella loro terra è migliore e più duratura di quella che potreste dare se voi foste con noi". Un appello in linea con l'analisi degli 007 sull'evoluzione della minaccia dello Stato Islamico. Nell'ultimo anno il Califfato - sotto i bombardamenti della coalizione internazionale - ha perso metà del territorio che aveva occupato nel cosiddetto 'Siraq', Siria ed Iraq. Inoltre, il tentativo di sfondamento in Libia è fallito e la roccaforte nera di Sirte è sotto assedio dalle milizie libiche. Si stima infine un dimezzamento delle fonti di finanziamento, fondamentali per mantenere l'esercito di foreign fighters accorsi da mezzo mondo nell'area. Tutto ciò - è la valutazione dei servizi - ha determinato un cambio di strategia da parte dei seguaci di al Baghdadi, con l'invito ad una sorta di jihad globale contro i "miscredenti" in tutto il mondo, sfruttando una propaganda ossessiva sul web.

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