E' una "calunnia" che Severino
Antinori, arrestato il 13 maggio con l'accusa di aver prelevato
a forza 8 ovuli a una giovane infermiera spagnola, le abbia
rapinato il cellulare secondo l'avvocato Carlo Taormina che
insieme a Tommaso Pietrocarlo ha discusso davanti ai giudici del
Riesame le richieste di revoca della misura cautelare, del
divieto di esercitare la professione medica per un anno e del
sequestro della Clinica Matris e del materiale biologico
custodito al suo interno. Richieste a cui il pm Maura Ripamonti
si è opposto. Il telefonino, ha detto, "era intestato allo
stesso Antinori e le forze dell'ordine lo hanno ritrovato nella
borsa della ragazza quando è ritornata in albergo", il giorno in
cui la giovane, secondo la sua denuncia, sarebbe stata
trascinata a forza in sala operatoria e sedata per il prelievo
degli ovuli. Secondo Taormina, la versione della ragazza però "è
inattendibile". Il difensore ha citato due consensi informati,
firmati dalla donna per l'ovodonazione e per l'anestesia.
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