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Human Techonopole, si scatena dibattito anche su Nature

Human Techonopole, si scatena dibattito anche su Nature

Sotto accusa i pochi fondi per la ricerca in Italia

ROMA, 12 maggio 2016, 11:52

Redazione ANSA

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Le polemiche italiane sullo Human Technopole, il polo di ricerca voluto dal governo nell'ambito del progetto post-Expo, e più in generale sui finanziamenti per la ricerca, arrivano anche su Nature. Partendo dal documento presentato in Senato dalla neuroscienziata Elena Cattaneo, dell'Università di Milano, che attacca le modalità con cui è stato determinato il finanziamento da 1,5 miliardi di euro per il nuovo centro di ricerca, la rivista analizza l'attuale dibattito sui fondi della ricerca italiani.
    L'articolo, firmato da Alison Abbott, racconta del dibattito italiano partendo dalle parole della senatrice a vita Cattaneo secondo cui lo Human Technopole è stato concepito da un ristretto numero di scienziati e che in un paese con una cronica carenza di fondi per la ricerca non si possano concentrare così tanti soldi per un solo progetto. "Farlo in questo modo, senza discussione, mina l'etica della scienza", ha spiegato Cattaneo a Nature. L'articolo cita anche le parole di Giovanni Bignami, ex presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che denuncia una mancata call per avere proposte dal mondo scientifico, e di Giorgio Parisi, fisico dell'università Sapienza di Roma, secondo cui "un investimento di questa portata avrebbe dovuto coinvolgere tutta la comunità scientifica".
    Attacchi che secondo Roberto Cingolani, definito l'architetto di Human Technopole, sono "interamente politici". Ma del Technopole, spiega Nature, ci sono anche sostenitori, come Emilio Bizzi, dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit) che spiega che come non ci sia "niente di inusuale per un governo dettare politiche scientifiche". L'articolo aggiunge che il dibattito, che si è esteso anche sulla presunta mancata trasparenza della gestione dei fondi dell'Istituto Italiano di Tecnologia diretto da Cingolani, abbia alimentato la nascita di tante nuove proposte dal basso sulla gestione dei fondi. L'articolo conclude sottolineando inoltre come l'Italia siano uno dei pochi paesi europei a non avere una Agenzia nazionale per la ricerca sulla cui necessità si sono fatte sentire già molte voci.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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