La scarsità di lavoro "porta sempre
più persone, impaurite dalla prospettiva di perderlo o di non
trovarlo, a condividere l'idea che nulla sia più come è stato
finora: dignità, diritti, salute finiscono così in secondo
piano. Si tratta di una deriva preoccupante messa in moto dal
perdurare di una crisi economica stabilmente severa" e dalla
disoccupazione che tocca sempre più segmenti della popolazione.
E' l'allarme lanciato dalla Cei nel messaggio per il Primo
Maggio, nel quale sottolinea che il lavoro deve essere "sempre
espressione della dignità" e "luogo umanizzante". "L'Italia è
stata per troppo tempo ferma: è giunto il momento di
ricominciare a camminare, nessuno escluso", prosegue il
documento della Commissione episcopale per i problemi sociali e
il lavoro. I vescovi chiedono strumenti di sostegno per chi
perde il lavoro. E rilevano che l'Italia deve procedere unita:
"Senza un Meridione sottratto alla povertà e alla dittatura
della criminalità organizzata non può esserci un Centro-Nord
prospero".
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