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Centri Salute mentale, inefficace il 73% nelle emergenze

Centri Salute mentale, inefficace il 73% nelle emergenze

La denuncia del direttore del DSM di Trento, De Stefani

ROMA, 07 aprile 2016, 12:20

Di Martino Iannone

ANSACheck

Centri Salute mentale, inefficace il 73% nelle emergenze - RIPRODUZIONE RISERVATA

Centri Salute mentale, inefficace il 73% nelle emergenze - RIPRODUZIONE RISERVATA
Centri Salute mentale, inefficace il 73% nelle emergenze - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 73% dei Centri di Salute Mentale (CSM) italiani è inefficace di fronte alla richiesta di aiuto di una mamma disperata per un'emergenza che sta sconvolgendo la vita del figlio. E' quanto denuncia una ricerca condotta da Renzo De Stefani, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Provincia di Trento e referente nazionale del movimento "Le Parole ritrovate".
    L'indagine, denominata 'buone pratiche', è stata svolta telefonicamente nel marzo 2016 e ha riguardato 51 CSM italiani.
    Lo scopo è stato quello di valutare la risposta dell'operatore telefonico del CSM a una segnalazione di crisi di un genitore.
    Questa la situazione 'tipo' presentata: "Sono la mamma di Giovanni. Giovanni è il nostro secondogenito, ha 22 anni e frequenta l'università di legge. Non ha mai avuto problemi particolari, salvo un po' di timidezza e una scarsa frequentazioni di amici e amiche. Non crediamo abbia una ragazza perché con noi parla poco. Da 2 giorni si è chiuso in camera sua. Non ci apre. Non ci risponde quando gli parliamo. Non accetta il cibo perché non apre la porta. Forse di notte esce dalla stanza e prende qualcosa in frigorifero. Lo sentiamo ogni tanto parlare a voce alta come se avesse un dialogo con qualcuno che è in stanza con lui. Non riusciamo a capire cosa dica perché la voce si alza e si abbassa e i contenuti sono confusi. Siamo molto preoccupati. Cosa dobbiamo fare? Potete venire a visitarlo?" Dai dati emerge che solo il 27% conduce un'azione attiva a fronte del 73% passiva. Per azione passiva si intende: madre consigliata a rivolgersi al medico di medicina generale, madre invitata a portare il figlio direttamente al Csm, madre invitata a portare il figlio al pronto soccorso. Per azioni attive si intende: disponibilità ad un colloquio con i genitori al CSM, disponibilità a parlare telefonicamente con il figlio o disponibilità ad effettuare una visita domiciliare. Dall'indagine emerge anche che il tempo dedicato dall'operatore alla madre è per il 53% inferiore ai 5 minuti.

    "Come si ricava chiaramente dalle risposte fornite - afferma il dott. De Stefani - la maggior parte dei CSM, che devono essere il punto di riferimento per tutte le richieste che riguardano situazioni di crisi di un territorio, si sottraggono a interventi attivi nascondendosi dietro rifiuti di vario genere, di cui alcuni davvero incredibili per non dire peggio.
    Alcuni hanno addirittura consigliato alla madre di chiamare il 112 o il 113: questo non fa onore a quello che in tanti vorremmo vedere fare dai servizi di salute mentale italiana".
   

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