"Bisogna passare da posizioni
ideologiche del tipo estrattivista o del tipo ambientalista ad
una visione secondo un'ecologia integrale. Personalmente
trovandomi come pastore di questa situazione vedo che ci sono
delle ferite aperte e ritengo che l'intervento per il referendum
sia da realizzare positivamente entrando nel merito della
questione, e quindi dicendo un "Sì" al referendum con queste
motivazioni morali e generali". Lo afferma il vescovo di Taranto
e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali
Cei mons. Filippo Santoro.
Per il prelato "le coste ioniche e adriatiche sono già ferite
da tanti problemi. Pensiamo a Taranto: il problema dell'Ilva, un
modello di sviluppo che ha privilegiato rispetto alla vocazione
all'agricoltura, al turismo, all'artigianato, altre linee. Le
cose devono essere composte, però la vocazione originaria non
può essere ulteriormente tradita. Per questo l'intervento o la
continuazione dello sfruttamento dei pozzi comporta di fatto
un'ulteriore aggressione".
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