"No alla cultura del lolitismo o dei toyboys. No ai messaggi sulla perfezione corporea a tutti i costi, pericolosa soprattutto per gli adolescenti: si pensi alle derive patologiche come l'anoressia. No all'adultizzazione dei bambini e dei ragazzi, soprattutto quando c'è un uso malizioso delle immagini dei più giovani". Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, sintetizza così il senso del Protocollo d'intesa firmato con l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap), presieduto da Giorgio Florida.
Un passo importante - sottolineano Garante e Iap - per una maggiore tutela dei minorenni e per rendere ancora più responsabili tutti i soggetti che operano nella comunicazione commerciale. Il Codice di autodisciplina - riconosciuto e rispettato dalla maggioranza degli operatori del settore - ha da sempre una norma specifica a tutela dei minori: è l'articolo 11, che vieta in particolare messaggi che possano "danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente" o "abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealtà". Il Garante ha voluto però ricordare l'importanza di salvaguardare sempre e comunque i più giovani: il protocollo sensibilizza ancora di più gli operatori ad una maggiore attenzione sia quando spot e messaggi si rivolgono ai bambini, sia quando questi possono riceverli o esserne protagonisti. "E' un buon esempio di collaborazione costruttiva fra pubblico e privato - commenta Spadafora - perché se lo Iap ha dimostrato di essere in grado di attivare un controllo efficace della comunicazione commerciale, è anche vero che l'Authority è un punto d'osservazione competente e privilegiato: ogni giorno riceviamo segnalazioni, ci confrontiamo con le associazioni, giriamo l'Italia. Da oggi tutto questo diventerà un nuovo strumento operativo per intervenire tempestivamente, insieme allo Iap, sulle comunicazioni commerciali lesive della dignità dei bambini e promuovere la cultura dei diritti dell'infanzia".
Per Florida, la particolare attenzione ai bambini "deriva dalla loro maggiore vulnerabilità e dalla considerazione che alcuni modelli comportamentali e alcune modalità espressive proposti in pubblicità possano divenire dannosi se recepiti da un pubblico con una personalità in via di formazione".
Il protocollo d'intesa arriva dopo altri documenti di rilievo, in particolare quello sottoscritto dallo Iap nel 2011 (rinnovato nel 2013) con il ministero delle Pari opportunità e quello firmato con l'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, per rendere più efficace il controllo delle pubblicità ritenute lesive della dignità della donna.
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