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Caro-trasporti, fino a 300 euro l'anno per andare a scuola

Caro-trasporti, fino a 300 euro l'anno per andare a scuola

E per gli universitari pendolari il salasso supera i 1000 euro

28 ottobre 2014, 11:48

Redazione ANSA

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Un giovane seduto su un marciapiede aspetta l 'autobus - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un giovane seduto su un marciapiede aspetta l 'autobus - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un giovane seduto su un marciapiede aspetta l 'autobus - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovo salasso per le famiglie degli studenti che usano il trasporto pubblico, urbano o regionali, nel caso dei pendolari. Secondo l'inchiesta di Skuola.net, che ha passato in rassegna le 10 città e le 12 regioni più popolose di Italia, per un abbonamento urbano annuale a Roma, Milano, Bologna o Perugia si possono spendere più di 200 euro. In centri come Torino e Genova si arriva a punte superiori a 300 euro.

Peggiore la situazione degli studenti pendolari che, per evitare di trasferirsi per frequentare l’università, arrivano a spendere più di mille euro l’anno in media per spostarsi nell’intera regione. Pur dando per scontato che i forzati dell’interrail coast to coast regionale siano una minoranza rispetto al totale dei pendolari, tuttavia essi in regioni come Sicilia, Puglia o Liguria, si troverebbero a sborsare cifre vicine ai 2000 euro per un abbonamento annuale in ultima fascia. Anche nelle migliori condizioni possibili, ovvero nella fascia chilometrica più favorevole, è difficile spendere meno di 200 o 300 euro. Soprattutto nel caso di trasporto integrato con i mezzi pubblici locali.

Le regioni hanno creato perciò delle tariffe integrate, a zone o a tratte, che possono prevedere agevolazioni e rendono più agevole il passaggio tra la rete di bus urbani e i treni e il collegamento tra due città all’interno della stessa regione: difficile portarsi a casa un abbonamento con meno di 500 euro in questo caso.

Non sempre, purtroppo, gli studenti hanno diritto a riduzioni: accade ad esempio a Roma, dove non esiste più da almeno due anni la tariffa mensile agevolata. E alla riduzione annuale si accede solo con redditi ISEE inferiori a 20.000 euro annui, come accade anche a Genova.

Quali sono i centri urbani più costosi? Genova, Perugia a Napoli detengono la palma delle città da incubo per l’abbonamento mensile, qualora non si abbia diritto alle tariffe ridotte. A Genova, uno studente che superi il reddito ISEE di 20mila euro annui spende 46 euro, mentre a Perugia non sono previste riduzioni mensili per studenti delle scuole superiori, che pagano 55 euro al mese contro i 45 degli universitari. A Napoli, uno studente spende 41.20 euro per il mensile urbano. Vita più facile a Catania, Palermo e Firenze, dove l’abbonamento mensile si aggira intorno ai 20 euro. A Bari, gli studenti universitari pagano addirittura solo 12 euro. Per quanto riguarda l’abbonamento annuale è di nuovo Genova a battere tutti. Infatti, chi supera i 20mila euro di ISEE paga intero, ovvero 395 euro. Torino segue a ruota: per un abbonamento annuale che copra l’area urbana e suburbana uno studente arriva a pagare 325 euro. Più economica Roma, che ha stabilito tariffe per gli abbonamenti annuali per studenti tra i 130 e i 150 euro per l’intera rete, a patto di avere un ISEE da 20.000 euro. Altrimenti si paga il prezzo intero: 250 euro. Piccolissimi prezzi, invece, a Bari ma riservati solo agli universitari: per loro l’annuale costa appena 70 euro.

E per chi deve muoversi da una città all’altra per raggiungere l’Ateneo? In assenza di tariffe agevolate, ci si rivolge inevitabilmente alle tariffe a chilometraggio regionali di Trenitalia il cui costo varia da 1000 a 2000 e oltre: per l’abbonamento annuale di ultima fascia in Sicilia e Puglia, ad esempio, si superano i 2000 euro; circa 1.800 euro in Liguria e Sardegna dove si scende a 1000 euro l’anno se il centro da cui parte lo studente sia distante poco più di cento chilometri, compresa la riduzione under 26. Esistono comunque in gran parte delle regioni italiane delle tariffe integrate che agevolano gli spostamenti tra due centri includendo sia la tratta ferroviaria che l’abbonamento bus urbano, o un sistema a zone, come nel Lazio: l’ultima fascia della zona laziale, infatti, può comunicare con il capoluogo con una tariffa annuale ridotta per studenti di 576 euro. La Regione concede poi sconti del 50% per giovani sotto i 30 anni con reddito fino a 20mila euro, dal 70% al 90% per le situazioni di disagio e del 70% per merito. Meno economico il sistema attivato in Toscana, dove il tariffario integrato Pegaso oscilla da un minimo di 340 euro circa a 1.860 circa a seconda dei chilometri da percorrere e della fascia ISEE. In Lombardia, invece, si viaggia in tutta la regione senza limiti in treno e bus con 1.076 euro grazie alla tariffa integrata “Io viaggio ovunque in Lombardia”. Il trasporto pubblico piemontese prevede un abbonamento a fasce per il percorso regionale degli autobus che oscilla, invece, tra i 284 e i 776 euro: ben più conveniente di quello abruzzese, dove si arriva a più di 1.700 euro per l’ultima fascia. Chi si trova a pagare una tariffa da ultima fascia rientra in rari casi di pendolarismo estremo, ma comunque anche le tariffe d’accesso prevedono un esborso annuale superiore a 200 euro nella maggior parte dei casi.

 

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