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Monito Putin a vigilia voto,l'Ucraina non vuole la pace

Monito Putin a vigilia voto,l'Ucraina non vuole la pace

Chiusa campagna tra timori nuovi scontri a est. Molti riciclati

KIEV, 25 ottobre 2014, 16:17

Redazione ANSA

ANSACheck

dell'inviato Claudio Salvalaggio

Giornalisti, attivisti della società civile, eroi del Maidan, comandanti di battaglioni e reduci dal fronte orientale: tante facce nuove, ma anche tanti deputati che tentano di riciclarsi nella campagna delle legislative anticipate ucraine, una "guerra tra oligarchi" che si chiude oggi tra i timori una ripresa dei combattimenti alla vigilia del voto e i nuovi moniti di Putin.
    "Non vediamo il desiderio nei nostri partner a Kiev, prima di tutto tra le autorità, di risolvere il problema delle relazioni con il sud-est ucraino usando un processo politico pacifico e i negoziati", ha osservato, ammettendo per la prima volta che Mosca ha aiutato l'ex presidente ucraino Ianukovich, su sua richiesta, a fuggire in Russia. "Se vuole mantenere la propria integrità territoriale, l'Ucraina deve mettere fine al conflitto nel sud-est e dialogare", ha aggiunto minaccioso, sfruttando l'unica leva che gli rimane, insieme al gas, per condizionare un Paese dove ormai ha perso ogni influenza diretta. Dichiarazioni che alimenteranno ulteriormente il clima nazionalista delle elezioni di domenica, quando 34 milioni di aventi diritto saranno chiamati a votare in circa 34.000 seggi, di cui 112 in 72 Paesi (4 in Italia). Niente urne invece in Crimea, annessa in marzo da Mosca, e nelle zone controllate dai ribelli filorussi nelle regioni di Donetsk e Lugansk, dove sono state convocate autonome elezioni presidenziali e parlamentari per il 2 novembre, in un gesto di sfida a Kiev. Almeno 26 seggi sui 450 previsti non saranno quindi assegnati. I partiti in lizza nel proporzionale (metà dei seggi) sono ben 29, tra cui alcuni bizzarri come quello della 'Solidarietà delle donne dell'Ucraina' o quello di Internet, quest'ultimo con candidati che portano tutti il nome di Dart Fener, il cattivo della saga di Guerre Stellari. Ma secondo i sondaggi, alla Rada ne entreranno al massimo 6, forse 7, con una schiacciante maggioranza filo occidentale (80%) trainata dal blocco del presidente Poroshenko (30% circa). I leader hanno fatto il pieno di facce nuove. I giornalisti d'inchiesta più popolari del Paese, Serghij Leschenko e Mustafa Nayyem, hanno deciso di 'sporcarsi le mani' con Poroshenko. Idem Olga Bogomolets, coordinatrice degli aiuti medici ai militanti del Maidan. Il 'Fronte popolare' del premier Arseni Iatseniuk ha arruolato come numero due della lista la giornalista Tatiana Chornovol, picchiata durante le proteste del Maidan. Fa parte della squadra anche Andrei Parubii, ex comandante delle unità di 'Autodifesa' di Maidan e tra i fondatori del partito nazionalista 'Svoboda'. Iulia Timoshenko ha ceduto il posto di capolista di Batkivschyna (Patria) alla 'top gun' Nadia Savchenko, rapita mentre combatteva con le forze governative nell'est ed ora processata in Russia. Nella sua lista anche Igor Lutsenko, l'attivista del Maidan rapito e brutalmente picchiato da uno 'squadrone della morte'. Nel Partito radicale dell'ultra nazionalista Oleg Liashko figura Serghiei Melniciuk, comandante del battaglione di volontari Aidar. "Questo nuovo gruppo di politici sarà molto utile al rinnovo della Rada, porteranno una ventata di aria fresca in parlamento, soprattutto in materia di trasparenza", spiega all'ANSA il politologo Volodimir Fesenko. Ma tenteranno di farsi rieleggere ben 312 deputati uscenti, di cui 136 del partito delle Regioni che a gennaio votarono le leggi liberticide per tenere a galla l'allora presidente Ianukovich, incalzato dal Maidan dopo il suo voltafaccia all'accordo di associazione con la Ue. Si sono riciclati sotto l'ombrello del Blocco di opposizione guidato da Iuri Boiko, controverso ministro dell'energia con Ianukovich, e nel partito 'Ucraina forte' dell'oligarca Serghiei Tighipko, ex vicepremier sempre con Ianukovich: entrambi i partiti potrebbero superare la soglia di sbarramento del 5%. Alcuni hanno trovato rifugio e ospitalità anche nel blocco di Poroshenko, con zampate gattopardesche. Le elezioni, o meglio gli equilibri della futura coalizione filo occidentale, si giocheranno soprattutto nei 225 seggi uninominali, quelli dove brogli e corruzione sfuggono di più ai controlli di media e osservatori. E dove possono agire meglio dietro le quinte gli oligarchi, anche quelli di provincia, come il governatore della regione di Dnipropetrovsk, Igor Kolomoiski. In fondo, nonostante il parziale rinnovamento delle liste, pure queste elezioni restano uno scontro tra oligarchi: secondo i media, Rinat Akhmetov, l'uomo più ricco del Paese, sta dietro al Blocco di Opposizione, insieme a Dmytro Firtash, che finanzierebbe anche il partito radicale di Liashko. Sono oligarchi Tighipko e la Timoshenko. E lo è anche Poroshenko, il 're del cioccolato'.
   

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