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Scajola: Rizzo, accolta richiesta estradizione

Scajola: Rizzo, accolta richiesta estradizione

Potrebbe rientrare in Italia venerdì prossimo

Reggio Calabria, 15 maggio 2014, 13:59

Chiara Carenini

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Nel frame la moglie di Amedeo Matacena Chiara Rizzo (D) e la segretaria di Matacena Maria Grazia Fiordalisi (s) mentre si scambiano delle banconote - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel frame la moglie di Amedeo Matacena Chiara Rizzo (D) e la segretaria di Matacena Maria Grazia  Fiordalisi (s) mentre si scambiano delle banconote - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel frame la moglie di Amedeo Matacena Chiara Rizzo (D) e la segretaria di Matacena Maria Grazia Fiordalisi (s) mentre si scambiano delle banconote - RIPRODUZIONE RISERVATA

A vederla così, con i jeans e una camicetta alla coreana chiara, stretta in un cardigan di cotone, senza un filo di trucco né un bijou, con gli occhi rossi e gonfi di notti senza sonno e di prigione, quasi non la si riconosce. "Madame Champagne" non c'è più, resta Chiara Rizzo in Matacena, 44 anni, seduta davanti ai giudici della Corte d'appello del Parquet di Aix en Provence che devono decidere della richiesta di estradizione avanzata dal giudice di Reggio Calabria. Ai giudici francesi Chiara Rizzo ha ripetuto ancora una volta che il suo desiderio più forte è quello "di tornare in Italia per chiarire tutto" e l'ha detto guardando il presidente con gli occhi pieni di lacrime.

Le perplessità di natura tecnico-formale sollevate dallo stesso presidente sono state superate da questa volontà espressa già lunedì scorso durante l'udienza di convalida dell'arresto. Ma se non ci fosse stata estradizione, la difesa di Madame Champagne era pronta a chiedere i domiciliari "anche con il braccialetto elettronico". A guardare da lontano la madre c'è Francesca, la figlia di Chiara Rizzo. 21 anni, identica a quella che era Madame Champagne, i lunghi capelli chiari raccolti, anche lei con una camicetta bianca.

Aspetta la fine dell'udienza. Appena arrivata da Montecarlo, s'era precipitata in place Verdoun a Palace Monclar. Nello stesso palazzo dove stamani si è aperta l'udienza per l'estradizione di sua madre, che adesso è soprattutto la moglie di Amedeo Matacena, accusata di aver cercato di organizzare il trasferimento in Libano del marito e arrestata lunedì a Nizza. Occhi sgranati la ragazza, occhi pieni di pianto la madre che ascolta i giudici parlare e impallidisce ancor di più quando sente rammentare "le blanchiment de l'argent", il riciclaggio.

Un'udienza che è durata il tempo necessario per ratificare l'intendimento del Parquet già reso noto ieri: estradizione in tempi brevi. Dopo la pronuncia, Chiara Rizzo ha potuto vedere la figlia. E' scoppiata a piangere e l'ha abbracciata forte. "Ti prego, perdonami" ha detto a Francesca. E c'è chi dice che ha aggiunto piano: "sei bellissima".

Nell'attesa di essere estradata, Chiara Rizzo è tornata nel carcere delle Baumettes, a Marsiglia dove sta ormai da due giorni, dove non riesce a dormire, dove conta le ore che la separano da un altro carcere, ma questa volta italiano dove sarà più facile forse vedere Francesca ma anche suo fratello Athos, 'il piccolino', 15 anni appena. Chiara Rizzo tornerà in Italia presto: se non venerdì al massimo lunedì varcherà la frontiera di Pont Saint-Ludovic a Ventimiglia dove sarà presa in carico dagli uomini della Dia. Da qui sarà portata in carcere a Imperia o a Genova Pontedecimo in attesa di essere trasferita a Reggio Calabria a disposizione degli inquirenti che l'aspettano. Gli stessi inquirenti ai quali Chiara Rizzo ha fretta di voler raccontare la sua verità.

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