(di Giovanni Franco)
Un inno alla genuinità dei prodotti
della terra, strizzando l'occhio ai riti di un mondo agricolo in
continua evoluzione che non vuole dimenticare le tradizioni. Con
una preziosa guida alle ricette delle pietanze più tipiche del
territorio. E' questo il filo conduttore del libro "L'uomo dei
campi e la giumenta bianca. Dodici mesi di campagna. Lavori e
ricettario", scritto da Antonino Castelli (edizione Arianna 198
pagine, 13 euro). "Il volume ha il pregio di riportarci, da un
lato, in una magica dimensione virgiliana, dall'altro, nella
realtà, anche dura e aspra, della Vita dei campi, raccontata dal
verista Verga - scrive nella prefazione il giornalista della
Rai, Dario Miceli, recentemente scomparso - Il testo di Castelli
è una sintesi di tutto questo. Nelle sue parole c'è tanta
passione, ma anche nostalgia e, infine, una grande rabbia per
non avere voluto e saputo dare continuità a quell'immenso mondo
che gli ha dato la vita, lo ha fatto crescere, lo ha fatto
diventare un vero esperto nella sublime arte delle Scienze
Agrarie. Ma non solo: anche nell'Arte della gastronomia
mediterranea scandita dai ritmi delle stagioni. Ecco perché alla
fine di ogni racconto, legato ad un mese dell'anno, c'è una
ricetta: una ricetta autentica, che proviene dai campi, dalle
risorse della Natura, raccolte in quel preciso momento".
"Oggi corriamo troppo e questo è un dato di fatto. - afferma
Castelli, autore anche dei disegni del volume - Un tempo,
invece, i ritmi erano scanditi dalla natura, dalle stagioni, dal
sole e dalla luna. Ricordo - e io dei miei ricordi mi fido
perché legati a momenti vissuti intensamente - quando in
campagna il lavoro doveva compiersi in fretta e bene, e la
maggior parte delle volte tutto era in balia di un tempo
cadenzato da brevi battute. Quando ci si accorgeva che il tempo
era poco, allora il cibo diventava un pasto veloce, frugale e
pieno di sapori genuini di attimi imprendibili che restano
ancora oggi scolpiti nella memoria dei sensi". Ed proprio un
omaggio al cibo a chilometro zero che l'autore compie. Scorrono
così tra le pagine la citazione e la modalità di preparazione di
diverse leccornie a base di verdure, di carne, di pesce. Per poi
finire con i dolci. Come ad esempio insalata di arance, fave
stufate, impanata di carne, salsicce con carote e patate,
nasello alle acciughe, sarde ripiene e a beccafico e i tipici
dolci a base di ricotta: i cannoli o la cassata siciliana.
"Felice, la scelta di Castelli, di affiancare i nomi dei mesi
del nostro tradizionale calendario a quelli della Rivoluzione
Francese - osserva Miceli - Perché questi ultimi scandiscono i
ritmi della vita agreste, raccontano il mutare dei colori, degli
odori, dei sapori".
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