"Ho attraversato l'India, il Pakistan e poi l'Iran. Per 15 giorni sono stato tenuto senza cibo e potevamo bere solo acqua razionata. Ho dovuto pagare circa 600 euro per ripartire. Stavamo in dei centri, non so dire dove, ma di certo si trovavano in montagna. Noi non vedevamo nulla, ma la polizia iraniana ci controllava a distanza e se provavamo a scappare, non c'era alcuna possibilità di farcela: partivano spari". E' il drammatico racconto di Alì (nome di fantasia) 17 anni, del Bangladesh, arrivato a Palermo il 3 agosto e ora, insieme ad altri minori. ospitato dal centro di accoglienza della Caritas a Trabia (Pa).
La sua storia è stata resa nota dalla Caritas.
"Sono partito dal Bangladesh - racconta - perché fra poco compirò 18 anni, in cerca di un lavoro, che nel mio Paese non riuscivo a trovare". "Oltre ai problemi economici - continua -, nel mio Paese i conflitti fra comunità religiose diverse e la violenza delle forze dell'ordine non premettono a noi giovani di vivere bene". Alì racconta di essere stato picchiato e trattato con violenza e mostra le cicatrici che ancora porta sulle braccia. In Iran, per lui, musulmano sunnita, come molti in Bangladesh, gli atti di violenza sono più frequenti.
Riuscito a partire dall'Iran ha ragguiunto la Turchia e poi la Grecia. Da qui è arrivato in Italia, in una città di cui non sa indicare il nome. "Poi finalmente, sono arrivato a Palermo e qui ho trovato la pace. - continua - In Bangladesh ho completato le scuole dell'obbligo. Adesso però voglio imparare la lingua italiana. Mi serve per trovare lavoro in fretta perché ho lasciato i miei familiari in Bangladesh e devo mandare qualche soldo anche a loro".
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