È stata ancorata sul fondale
marino a 3500 metri profondità al largo di Portopalo di Capo
Passero (Sr) la prima torre dell'osservatorio per neutrini
KM3NeT-Italia, progetto nel quale l'Istituto nazionale di fisica
nucleare (Infn) gioca un ruolo chiave grazie anche al contributo
dei suoi Laboratori nazionali del Sud (Lns). L'apparato impiega
strutture di rivelazione di diverso tipo, torri e stringhe, per
ottimizzare la risposta a una gamma quanto più ampia possibile
di energia delle particelle studiate. L'esperimento, nella
conformazione finale di questa fase, sarà costituito
complessivamente da otto torri e ventiquattro stringhe, allo
scopo di realizzare una matrice tridimensionale di sensori per
la rivelazione e la misura di neutrini astrofisici di alta
energia. Al suo completamento sarà, così, il più grande
telescopio per neutrini astrofisici operante nell'emisfero
boreale. Costituirà, inoltre, la prima porzione del nodo
italiano dell'infrastruttura di ricerca pan-europea KM3NeT, che
ha l'obiettivo finale di espandere il rivelatore con ulteriori
duecento strutture di rivelazione, superando in tal modo la
sensibilità del telescopio statunitense per neutrini IceCube,
operante nei ghiacci dell'Antartide.
"Il successo di oggi rappresenta un altro importante passo
verso la costruzione di KM3NeT-Italia e quindi verso il
completamento del nodo italiano dell'infrastruttura di ricerca
europea", commenta Giacomo Cuttone, responsabile del progetto
Km3NeT-Italia e direttore dei Lns. Il progetto Km3NeT è stato
finora in gran parte finanziato con fondi strutturali europei -
per la parte italiana con fondi PON 2007-2013 -, ed è già
inserito nella lista delle infrastrutture europee di ricerca
selezionate dallo European Strategy Forum on Research
Infrastructures (ESFRI). "Sia la progettazione e costruzione
degli apparati, che le operazioni di installazione sono
particolarmente complesse - spiega Mario Musumeci, coordinatore
delle attività di integrazione - a causa dell'ambiente operativo
particolarmente ostile: siamo a tre chilometri e mezzo di
profondità sotto il livello del mare, senza opportunità di
manutenzione dei sistemi".
"Le operazioni di installazione hanno comportato il perfetto
coordinamento tra il team che lavorava presso la stazione di
acquisizione dati di terra e quello a bordo della nave, -
sottolinea Cuttone - e un particolare ringraziamento va al team
INFN, composto da Klaus Leismuller, Nunzio Randazzo e Giorgio
Riccobene, che sulla nave Ambrosious Tide, in condizioni meteo
marine non sempre ideali, ha coordinato le operazioni di bordo".
Nella sua configurazione finale l'esperimento sarà costituito
da una 'selva' di strutture, che formeranno una griglia del
volume di circa un chilometro cubo. Le torri e le stringhe
fungeranno da supporto per decine di migliaia di sensori ottici
(fotomoltiplicatori), 'occhi' elettronici sensibilissimi che
formeranno un'antenna sottomarina in grado di rilevare la scia
luminosa azzurrina (chiamata "luce Cherenkov") prodotta dalle
rare interazioni dei neutrini di origine astrofisica con l'acqua
di mare. Il complesso di torri costituirà quindi un telescopio
per neutrini cosmici di alta energia, che provengono dal centro
della nostra galassia, dopo aver attraversato lo spazio profondo
e tutta la Terra, portando informazioni pressoché intatte sulle
loro sorgenti. Alla collaborazione internazionale Km3NeT, in cui
l'Italia svolge un ruolo determinante con l'Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare, aderiscono Cipro, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Olanda, Regno Unito, Romania, Spagna. All'impresa
partecipano nove gruppi dell'INFN (Bari, Bologna, Catania,
Genova, LNF, LNS, Napoli, Pisa, Roma), in collaborazione e in
sinergia con Istituti di ricerca geofisica, oceanografica di
biologia marina (INGV, CNR, CIBRA, NURC).
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