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Cous Cous fest, cibo parla lingua pace

Cous Cous fest, cibo parla lingua pace

A S. Vito lo Capo 10 paesi in gara all'insegna dell'integrazione

SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), 26 settembre 2014, 19:59

Redazione ANSA

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. - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una festa di culture e popoli che parla la lingua dell'integrazione, dello scambio e della pace. E' quella che ogni anno si svolge a San Vito Lo Capo con il Cous Cous Fest, il festival internazionale dell'integrazione culturale, alla sua 17\esima edizione, che si chiude domenica nella cittadina. Costa d'Avorio, Francia, Israele, Italia, Libano, Marocco, Palestina, Senegal, Stati Uniti e Tunisia i paesi partecipanti a questa edizione. Per la prima volta in dieci con il debutto del Libano e dell'Eritrea.
    La gara gastronomica internazionale a base di cous cous li ha visti a confronto, in una competizione che e' lo spunto per incontrarsi e stare insieme in armonia, nonostante il momento internazionale veda diversi conflitti in corso, proprio nei territori di alcuni di questi paesi.
    A San Vito Lo Capo e' arrivata Nahida Salman, libanese di 54 anni nata a Chemstar e trasferita a Beirut e poi ancora a Damasco. Nahida e' una storia di integrazione. Quando, cuoca affermata, prova a raggiungere il Canada con la sua famiglia, viene infatti fermata a Malpensa e mandata al centro profughi di Ragusa per poi decidere di rimanere in Sicilia dove oggi, a Ragusa Ibla, dirige il modulo sulla cucina libanese alla Scuola Mediterranea di Enogastronomia "Nosco". La cucina e' di certo un pretesto per fare avvicinare i popoli in questo angolo di mediterraneo che ogni anno si candida ad essere la capitale internazionale dell'integrazione, lanciando un messaggio di pace. Maziar Farivar, chef di origini iraniane in rappresentanza degli Stati Uniti d'America, fa parte dell'American Chef Corps, un gruppo di circa 90 chef professionisti al servizio del Dipartimento di Stato Usa il cui obiettivo e' proprio quello di partecipare a scambi culturali in ogni regione del mondo, e utilizzare il cibo e le tradizioni culinarie come strumento di conoscenza reciproca, di incontro e di integrazione tra popoli e culture diverse. La magia anche quest'anno, a San Vito Lo Capo, si e' compiuta, nonostante Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), abbia ricordato che sono stati, dall'inizio dell'anno ad oggi, oltre 3 mila i morti durante le traversate del Mediterraneo, mare di pace e insieme di morte e 130 mila gli immigrati che hanno raggiunto l'Europa, a pochi giorni del naufragio del 3 ottobre a Lampedusa, in cui persero la vita 368 persone. A San Vito Lo Capo si e' scritta anche quest'anno una ricetta di integrazione in cui le differenze tra i popoli sono state una ricchezza e non un ostacolo alla condivisione.
   

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