Sviluppare un nuovo metodo di lavoro in grado di dare ai ragazzi provenienti da ambienti degradati e mafiosi gli strumenti per uscire dal circolo vizioso della violenza. È lo scopo del progetto europeo Daphne "Children: from victims of violence to actors of no - violence.
Proposte di intervento per giovani a rischio", promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Oggi a Roma il convegno conclusivo dell'iniziativa, avviata nel 2012 grazie ai finanziamenti dell'Unione Europea in collaborazione con partner italiani ed europei come Confindustria Sicilia, il Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia, InformaGiovani, Czech Youth Programme The Duke of Edinburgh's Awards (Repubblica Ceca) e la Fundacio Privada Ficat (Spagna).
Durante il convegno è emerso anche che "più di 5.000 denunce sono state aperte dalla Procura di Stato spagnola negli ultimi anni - ha detto l'esperto Francisco Moreno Espinosa - da parte dei genitori contro i figli. La violenza figlio/parentale è un fenomeno in aumento e merita di essere studiato".
"Abbiamo lavorato molto nelle scuole italiane ha detto la presidente della fondazione Maria Falcone - ma ci siamo aperti anche ai giovani della Comunità Europea, impegnandoci a riprodurre il nostro modello di educazione alla legalità". "Mio fratello Giovanni credeva nel futuro e nei giovani. Per questo la nostra fondazione è attenta a infondere in loro la fiducia nelle istituzioni". Tra gli altri è intervenuta anche Isabella Mastropasqua, Dirigente Ufficio Studi, ricerche e attività internazionali del Ministero della Giustizia, che ha auspicato un impegno da parte delle associazioni di volontariato a lavorare in un'ottica orientata alle famiglie dei ragazzi, perché possano diventare un fattore di protezione e non di rischio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA