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A San Biagio Platani gli 'archi di pane'

A San Biagio Platani gli 'archi di pane'

Opere originali di numerosi artisti dal 20 aprile al 18 maggio

PALERMO, 12 aprile 2014, 19:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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San Biagio Platani, località dell'entroterra agrigentino, ospiterà dal 20 aprile al 18 maggio la festa '"Architetture di Pane. Sacralità e contemporaneità", tradizionale manifestazione che mette in mostra le originali opere di arte realizzate dalle confraternite locali dei Signurara e dei Madunnara che firmano i fantasiosi archi di pane. Vere e proprie opere d'arte con i prodotti della terra che assumono sembianze di porte, archi, fontane, cupole e mosaici, montati su anime di ferro, acciaio e legno. Quest'anno la manifestazione si arricchisce delle opere degli artisti Mimmo Di Cesare, Carmelo Navarra, Marco Nereo Rotelli e Letterio Pomara. Un intreccio di temi sarà al centro di questo progetto, finanziato dall'Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell'Indentità Siciliana. "Il progetto si concluderà a Pasqua del 2015 con vari appuntamenti di teatro e musica - spiega Stefania Giacchino, curatrice del progetto per Agorà - un passo in avanti per il paese: le opere, infatti, resteranno sul territorio, valorizzando il patrimonio locale e promuovendone lo sviluppo". Opere, dunque, che coloreranno il panorama artistico- religioso del paese.
    "San Biagio Platani non sarà solo il luogo degli Archi - commenta Tanino Bonifacio, direttore artistico del progetto - ma nel giro di qualche anno potrebbe diventare un luogo da vistare anche fuori stagione, intrecciando il linguaggio della tradizione popolare con quello dell'arte contemporanea. Gli archi diventeranno una sorta di porta culturale che accoglie il dolore del Mediterraneo". Questo dolore sarà un altro tema al centro della manifestazione che si svolge in un paese dove - ricordano gli organizzatori - esiste un "cimitero di migranti".
    "Con l'opera in pietra e ferro 'Isola' dedicata a Leonardo Sciascia che conobbi negli anni Settanta - osserva lo scultore Mimmo di Cesare - ho voluto sintetizzare il contrasto della vita e della morte. Ricordo che Sciascia diceva che i siciliani si dividono in due tipi: di mare e di scoglio. I primi sono quelli che restano, i secondi quelli che lasciano vanno via ma che continuano a raccontare le Sicilia". Accoglienza, viaggio, sacro e moderno ma anche valorizzazione del territorio, raccontati anche dagli scatti di Pomara, in cui i si immortalano volti di donne che arrivano da paesi come l'Algeria e il Marocco per ricordare che la Sicilia è anche multiculturale.
   

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