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Mafia e droga, sgominata piazza di spaccio, 41 arresti

Mafia e droga, sgominata piazza di spaccio, 41 arresti

Operazione a Catania contro traffico stupefacenti e una cosca

CATANIA, 19 marzo 2024, 17:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

La droga messa in un cesto legato a una corda, poi salita fino a casa del capo di una banda di spacciatori. E' una tecnica di rifornimento scoperta dalla Polizia con l'operazione Locu che vede 300 agenti impegati a Catania a eseguire un'ordinanza cautelare del Gip su richiesta della Dda per 41 indagati. I reati ipotizzati a vario titolo e con differenti profili penali sono associazione mafiosa (clan Cappello-Bonaccorsi), traffico di stupefacenti, porto di armi da fuoco, spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish.
La Polizia nell'ambito dell'operazione Locu ha eseguito un provvedimento restrittivo, emesso dal gip Simona Ragazzi, su richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Michela Maresca. Sono 36 i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, alcuni dei quali già detenuti, mentre per altri cinque indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Dda, sono state avviate dalla sezione Antidroga della Squadra mobile della Questura di Catania nel maggio del 2020 e si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni. Secondo la Procura distrettuale di Catania hanno consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico e allo spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish che, da anni, gestirebbe una grossa "piazza di spaccio" nello storico rione San Cristoforo, allestita nella zona tradizionalmente chiamata Locu, storicamente presidiata da esponenti del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. L'inchiesta avrebbe fatto emergere, anche grazie all'impiego di agenti sotto copertura del Servizio centrale operativo della Polizia, centinaia di episodi di cessione di droga, all'interno di alcune case e in strada. L'inchiesta avrebbe fatto luce sull'attività di un gruppo di pusher che si alternavano nelle operazioni di vendita di cocaina e crack sotto la guida di quelli che l'accusa indica come i capi e promotori dello spaccio: Nicola Tomaselli Salvatore Marino e Francesco Cultraro. La piazza si sarebbe rifornita di cocaina utilizzando principalmente tre canali. Due gestiti da altrettante frange del clan Cappello-Bonaccorso: quella riconducibile a Domenico Querulo e quella ai cui vertici ci sarebbero Giovanni Agatino Distefano e Rocco Ferrara. Il terzo sarebbe invece riconducibile a Orazio Giovanni Di Grazia, figlio di Orazio, 77 anni, già appartenente al clan Laudani di Cosa nostra etnea. Nel corso delle attività di indagini la Polizia ha sequestrato complessivamente oltre 700 grammi di cocaina e un chilogrammo di marijuana. Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal gip, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come previsto dalla legge.
   

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