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Montante:teste,voleva pubblicare dossier su assessore Marino

Montante

Montante:teste,voleva pubblicare dossier su assessore Marino

Cicero, disse a Crocetta di cacciarlo dalla giunta

CALTANISSETTA, 09 aprile 2021, 17:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nicolò Marino, attualmente Gip a Roma ed ex assessore regionale in Sicilia durante la giunta Crocetta, con delega ad Acqua, Rifiuti ed Energia, doveva essere fatto fuori dal governo regionale. L'ha detto in udienza Alfonso Cicero, ex presidente dell'Irsap) al processo sul "Sistema Montante" che si celebra con rito ordinario a Caltanissetta.
    "L'imprenditore Giuseppe Catanzaro, esponente di primo piano di Confindustria - racconta Cicero, rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso - mi raccontò che Montante stava facendo di tutto per fare pubblicare un dossier che riguardava la vita privata di Nicolò Marino, su fatti scandalosi. Me lo disse anche Linda Vancheri (ex assessotre regionale, ndr) spiegandomi che questo dossier, Montante lo aveva affidato all'avvocato Antonio Fiumefreddo di Catania per farlo pubblicare su un sito on line o un blog".
    Nel febbraio 2014, sempre secondo Cicero, a un convegno di Confindustria nell'area industriale di Ragusa, "Montante, Catanzaro e Crocetta si erano messi in disparte e Montante stava redarguendo Crocetta. Quando Marino fu cacciato dal governo, proprio per le battaglie che stava facendo sulla trasparenza nella gestione dei rifiuti, Catanzaro mi disse che in quel convegno Montante diede un ultimatum a Crocetta: 'O lo cacci via o non deve più contestare la gestione di Catanzaro'. Poi Marino fu cacciato via".
    Cicero ha parlato anche dei rapporti tra Montante e ufficiali delle forze dell'ordine "che andavano ben oltre le relazioni istituzionali". Nell'affermare che i suoi rapportri con Montante si interruppero il 19 luglio 2015, "mentre attendevo la mia riconferma come presidente Irsap Sicilia, io e Marco Venturi (ex assessore regiionale, ndr) cominciammo ad avere paura di essere intercettati da Montante. Avevamo capito che era un soggetto pericoloso. Dicevamo 'questo ci ammazza o ci fa ammazzare. Avevamo paura di andare dai magistrati perché avevamo capito i rapporti che aveva con loro e le forze dell'ordine e per questo raccontammo tutto al giornalista Attilio Bolzoni".
   
   

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