Il ferimento di un giovane, S.M.,
fratello di uno degli arrestati nell'ambito dell'operazione
'Tricolore', raggiunto a Catania il 7 agosto scorso da un colpo
d'arma da fuoco alla gamba destra e poi soccorso nell'ospedale
Garibaldi centro, sarebbe maturato nel mondo dello spaccio di
droga. A ricostruire il movente sono state le indagini della
Polizia di Stato, che hanno arrestato sei persone, tra cui il
giovane che fu ferito. Gli agenti hanno eseguito una ordinanza
di custodia cautelare emessa dal Gip. Gli arrestati sono
accusati, a vario titolo, di lesioni personali aggravate,
detenzione abusiva e porto illegale di arma comune da sparo,
spaccio di cocaina e favoreggiamento personale aggravato. Le
indagini hanno accettato che il ferimento avvenne in via La
Marmora, nel quartiere San Berillo Nuovo, ad opera ad di F. L.,
ritenuto affiliato al clan dei Cursoti-Milanesi, e di L. M. A. -
entrambi raggiunti dall'ordinanza - che avrebbero teso una
trappola a M.S.M. per questioni legate al debito di una somma di
denaro provento del traffico di sostanze stupefacenti. Tra gli
arrestati lo stesso S.M., di 25 anni. Gli altri sono F. L., di
53 anni; L. M. A., di 35; P. G., di 39; T. C., di 20; P. R., di
21. Due di essi, F. L. e L. M. A., sono stati rinchiusi in
carcere, mentre tutti gli altri indagati sono stati posti agli
arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Fra i destinatari del provvedimento restrittivo vi sono quattro
persone, tra cui il nipote di P.R., ritenuto esponente di spicco
del clan dei "Cursoti-Milanesi", che sono accusati di
favoreggiamento personale aggravato, avendo aiutato gli autori
del ferimento ad eludere le investigazioni riferendo false
informazioni alla Polizia Giudiziaria.
T. C. è stato anche arrestato per spaccio di cocaina.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA