La Procura di Messina ha iscritto
nel registro degli indagati 5 persone, tra dipendenti della casa
per anziani "Come d'incanto" e personale dell'Asp, con l'accusa
di avere colposamente causato la morte di 33 ospiti della
struttura durante il lockdown di marzo scorso.
L'indagine è stata avviata dopo i decessi avvenuti tra marzo e
giugno. Ai 5 indagati si contesta la cooperazione colposa,
mediante omissione, in omicidio colposo. Alcuni degli indagati
non avrebbero compiuto tempestivamente le azioni necessarie ad
impedire la diffusione del contagio da Covid-19 tra gli ospiti
della casa. Omissioni che non avrebbero consentito una
tempestiva assistenza sanitaria e la somministrazione di
terapie. I vertici della casa di riposo e alcuni dei medici che
operavano nel centro, secondo la Procura, avrebberopoi taciuto
la presenza dei pazienti contagiati e il rischio della
diffusione del contagio. A due medici del 118 e dell'Asp,
invece, la Procura contesta di aver eseguito solo 24 tamponi,
nonostante fosse stata segnalata la presenza di 50 anziani con
febbre alta e tosse, e di aver sottovalutato l'urgenza di
conoscere l'esito degli esami. Indagato anche il dirigente
medico dell'ASP di Messina, all'epoca commissario emergenza
Covid": si sarebbe limitato a prescrivere l'isolamento
fiduciario degli ospiti presenti nella struttura e non avrebbe
fatto immediatamente tamponare il resto degli anziani, né
avrebbe evacuato la casa di riposo.
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