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Sicilia: contratti swap, match Regione-banche Palermo-Londra

Sicilia: contratti swap, match Regione-banche Palermo-Londra

Domani si pronuncia giudice; comune Messina 'ignora' Cassazione

PALERMO, 25 novembre 2020, 14:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà un pronunciamento 'spartiacque' quello previsto domani da parte del Tribunale di Palermo, che deciderà sul contenzioso aperto dalla Regione siciliana con cinque gruppi bancari (Nomura, Merril Lynch, Bnl, Deutsche Bank e Unicredit) su altrettanti contratti derivati stipulati, all'inizio degli anni Duemila, a copertura di mutui, per un valore nozionale iniziale di circa 1 miliardo di euro, con perdite stimate di oltre 300 milioni. Ma in ballo in realtà c'è "un intero sistema", quello costruito sui rapporti tra enti pubblici e banche, operazioni concordate all'inizio del secondo millennio e che hanno comportato notevoli perdite per le casse pubbliche, perché in alcuni casi costruiti con artifizi finanziari che hanno comportato costi occulti da milioni di euro ed esposto gli enti pubblici a enormi rischi finanziari, come nel caso di Palazzo d'Orleans. Il tema riguarda i cosiddetti "swap", prodotti finanziari stipulati dagli enti con scopi prevalentemente di copertura di oscillazioni dei tassi d'interesse su mutui contratti dalle stesse amministrazioni pubbliche, trasformati invece dalle banche in strumenti particolarmente complessi al fine di aumentare il potenziale guadagno delle stesse e ridurre al minimo quello delle amministrazioni pubbliche. "Schema che - dice l'esperto di derivati e finanza internazionale Damiano Colnago - è stato applicato dagli istituti finanziari a livello mondiale a danno di enti pubblici e incaute imprese, spesso dietro il consiglio delle stesse banche che, come nel caso della Regione siciliana e del Comune di Messina, agirono prima come consulenti e poi come controparti dei contratti swap". L'eventuale giudizio del Tribunale, che si pronuncerà sul ricorso della Regione, potrebbe dunque avere conseguenze sulle procedure che gli enti possono assumere per chiudere i contratti. A fine ottobre, però, il comune di Messina, dopo un lungo contenzioso, ha firmato col gruppo franco-belga Dexia una transazione per la chiusura anticipata di un derivato, con scadenza 2036, che costerà ai contribuenti in totale circa 13 milioni di euro: 4 milioni già corrisposti dal comune, più altri 8,6 milioni che Palazzo degli Elefanti verserà alla società per la chiusura del contratto. Una intesa, avallata dall'ufficio legale del comune, che non tiene conto della recente sentenza delle sezioni riunite della Corte di Cassazione, che pronunciandosi su un ricorso del comune di Cattolica (Rimini), ha stabilito la nullità di tutti i contratti swap stipulati dalle amministrazioni pubbliche che includono un indebitamento, sotto forma di upfront, non approvato dagli opportuni organismi legislativi: consigli regionali e comunali. Proprio quanto accaduto per gli 'swap' siglati dalla Regione e dal comune di Messina: in entrambi i casi né l'Assemblea regionale né il consiglio comunale si pronunciarono sulla stipula..
   

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