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Natale: torna presepe vivente nelle grotte di Cava d'Ispica

Natale: torna presepe vivente nelle grotte di Cava d'Ispica

Dal 22 dicembre al 6 gennaio con centinaia di figuranti

ISPICA (RAGUSA), 12 dicembre 2019, 13:25

Redazione ANSA

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Torna il presepe vivente nelle grotte di Cava d 'Ispica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna il presepe vivente nelle grotte di Cava d 'Ispica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Torna il presepe vivente nelle grotte di Cava d 'Ispica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna a Ispica, nel ragusano, la tradizione del presepe vivente, una rappresentazione del Natale molto particolare con sette date dal 22 dicembre al 6 gennaio. E' ambientata poco fuori il centro abitato, nelle antiche grotte rupestri del Parco Forza, a ridosso della Cava d'Ispica, che come una piccola Matera disegnano un paesaggio da fiaba. Grotte abitate sino al 1950, come a Matera: un tempo vero villaggio vivente, con gli artigiani che lavoravano in questi ambienti naturali, oggi sono divenute ricovero per animali e depositi di attrezzi agricoli. E per Natale, da 22 anni un centinaio di abitanti del luogo fanno rivivere dentro queste grotte l'atmosfera di allora. Grazie all'organizzazione della PromoEventi, con la collaborazione di Comune e Proloco, vengono riprodotti i mestieri siciliani, dallo scalpellino al calzolaio, ci sono le setacciatrici del pregiato sesamo di Ispica, le lavandaie in azione negli antichi lavatoi, pastori, il mercato popolare, le saponaie, i canestrieri, dal frantoio ai casari. Nella scena centrale della Natività, il canto siciliano sarà affidato a cantanti professionisti. Il Presepe Vivente è il più visitato dell'Isola, con punte di 25 mila visitatori a edizione, ed il più imponente, con i suoi cento figuranti dislocati su un itinerario lungo un chilometro. Questa edizione è affidata per la prima volta alla direzione di un artista di Ispica, Peppe Galfo, nato e cresciuto tra queste grotte, che sta rispolverando i vecchi canti e gli antichi cunti dei nonni per presentarli al pubblico in una grande operazione di rievocazione antropologica, musicale e letteraria.
    E', di fatto, un omaggio alla nostra sicilianità, in un teatro naturale che come in un fermo immagine tratto da un film e bianco e nero, torna a prendere vita e colore. "Una narrazione meravigliosa - spiega Galfo - tra ricordi e nostalgia, che ci rammenta cosa eravamo, perché non abbiamo bisogno di gloria, bensì solo di storia, per non perdere le radici del passato, perché in ciò che eravamo c'era la sofferenza, l'onore e la dignità di un popolo che nonostante la fatica riusciva ad alzare la testa e a vivere nell'amore della famiglia". Sette le date in programma quest'anno: 22, 25, 26 29 dicembre, e 1, 5 e 6 gennaio 2020, con ingresso da Piazza S.
    Antonio, dalle 16,30 alle 20,30.
   

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