Non verrà restituito al
costruttore Francesco Zummo il patrimonio di circa 200 milioni
di euro che gli venne sequestrato dalla Dia nel 2010. Dopo la
decisione della corte d'appello di dissequestrare l'enorme
tesoro accumulato dal costruttore, ritenuto tra i riciclatori
dei soldi sporchi accumulati dall'ex sindaco mafioso Vito
Ciancimino, la Procura generale fece ricorso in Cassazione.
L'impugnazione portava le firme dei pg Mirella Agliastro e Luigi
Patronaggio, ora procuratore di Agrigento.
La Suprema Corte ha accolto il ricorso e ha rinviato il
processo alla corte d'appello di Palermo che dovrà pronunciarsi
nuovamente. Zummo, assolto dalle accuse di favoreggiamento e
associazione mafiosa, è stato sottoposto alla misura della
sorveglianza speciale per 5 anni perché ritenuto socialmente
pericoloso proprio per i suoi legami con Ciancimino e con il
clan mafioso della Noce. Ad accusarlo, lo stesso figlio di don
Vito, Massimo, e il pentito Francesco Di Carlo.
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