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Teatro: a Palermo torna la ''Macchina dei sogni''

Teatro: a Palermo torna la ''Macchina dei sogni''

Dal 16 al 18 settembre il Festival creato da Mimmo Cuticchio e dedicato a Pitrè

PALERMO, 17 settembre 2016, 12:20

Redazione ANSA

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L 'attore e 'cuntista ' Mimmo Cuticchio - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'attore e  'cuntista ' Mimmo Cuticchio - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'attore e 'cuntista ' Mimmo Cuticchio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un impegno verso la memoria della città: ricordare Giuseppe Pitrè, il suo lavoro, il suo studio, la catalogazione infinita di gesti, temi, giochi, indovinelli, frasi, canzoni, novelle, luoghi e oggetti che segnano l'anima più forte di Palermo. Per il secondo anno consecutivo "La Macchina dei Sogni", il festival del teatro di figura creato da Mimmo Cuticchio, è quindi dedicata al grande etnografo siciliano, nel centenario della morte. E se l'anno scorso, il festival aveva trovato una sua ragion d'essere al Museo Etnografico che porta il suo nome e che custodisce tutto ciò che Pitrè aveva raccolto durante la sua esistenza, quest'anno "La Macchina" trova un nuovo luogo simbolico in piazza Sant'Oliva, dove è ancora la casa in cui lo studioso ha vissuto e un busto ricorda l'etnografo. Ma per la prima volta la piazza diventa un palcoscenico, anzi più palcoscenici: da venerdì 16 a domenica 18 settembre, narratori, artisti, attori, burattinai, favolisti invaderanno la piazza e proporranno spettacoli e performance.
    L'ingresso è libero, lo spettacolo serale sarà trasmesso da Radio3 Rai. La Macchina dei Sogni è promossa dal Comune di Palermo. "Mimmo Cuticchio è stato dichiarato cittadino onorario di Palermo proprio per aver saputo esprimere nella sua attività quella che è, e vorremmo che sempre più fosse, la cifra culturale della nostra città: coniugare radici e ali, evitando al contempo il soffocamento da radici e la volubilità di ali senza solido ancoraggio", dicono il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alla cultura Andrea Cusumano. "Ricordare Pitrè è un atto doveroso, un impegno verso la memoria più autentica della città di Palermo, profondamente influenzata ancora oggi da un tessuto teatrale e popolare tanto vivo quanto necessario - dice Mimmo Cuticchio - Le rappresentazioni, i canti, i cunti, persino i giochi dei fanciulli, sono un segno tangibile di alcune parti dello sterminato universo popolare che Giuseppe Pitrè documentò nei venticinque volumi della Biblioteca delle tradizioni popolari". Non solo spettacoli: la "Macchina dei sogni" racchiude mostre, scenografie, particolarissime illuminazioni - le Luminarie dei sogni, opera di sei giovani artisti (Martina Brancato, Alessia D'Amico, I mangiatori di patate, Grazia Inserillo, Gabriele Genova, Mattia Pirandello) - provenienti dalle scuole di scenografia e di scultura dell'Accademia di Belle Arti, saranno collocate sul prospetto della casa in cui visse e morì Giuseppe Pitrè - e l'arredo urbano ispirati ai temi dello studioso e al periodo in cui egli visse. E una mostra sul teatro popolare, più ampia e approfondita rispetto a quella dello scorso anno, coinvolge sia i docenti che gli studenti dell'Accademia, che ampliano uno studio iniziato due anni fa, sulle fiere e i teatri di legno (i famosi Casotti) costruiti nel Settecento alle porte della città, rifugio per i gruppi itineranti. La mostra "Viva Pitrè" è a cura di Fabrizio Lupo.
   

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