I beni dell'imprenditore Vincenzo
Basilotta morto l'11 maggio dello scorso anno, sequestrati in
applicazione della legge antimafia, dovranno essere restituiti
ai legittimi proprietari. Lo ha stabilito la seconda Corte
d'appello di Catania che, accogliendo la richiesta dei suoi
legali, gli avvocati Carmelo Peluso e Vito Branca, ha "revocato
il decreto del Tribunale" emesso nel 2012 e "ordinato la
restituzione di tutti i beni agli aventi diritto". Nel
provvedimento i giudici rilevano che l'imprenditore "era oggetto
di una vera e propria richiesta estorsiva" da parte di Cosa
nostra e che "non si può ritenersi raggiunta la prova
dell'appartenenza o del concorso esterno" alla mafia, e quindi
"non sussiste il presupposto necessario per la confisca di
prevenzione". Basilotta nel processo Dionisio era stato
condannato a tre anni di reclusione per associazione mafiosa. In
appello la condanna era stata portata a 5 anni. Ma la Cassazione
aveva annullato con rinvio. Il procedimento è pendente.
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