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Estorsioni: Maniaci, dall'edilizia al giornalismo

Estorsioni: Maniaci, dall'edilizia al giornalismo

Direttore di Telejato voce dell'antimafia e ora indagato

PALERMO, 22 aprile 2016, 16:20

Redazione ANSA

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Da imprenditore edile a editore e direttore di una piccola emittente di frontiera diventata voce di un'antimafia irriducibile. Era il 1999 quando Pino Maniaci lasciò alle spalle un'attività che gli aveva provocato un mucchio di guai e rilevò Telejato, una tv comunitaria di Partinico legata a Rifondazione comunista. Nella doppia veste di editore e direttore, Maniaci promosse subito un'aggressiva campagna contro la mafia. Il bacino d'utenza della televisione era quello di uno dei più importanti mandamenti di Cosa nostra che andava da Alcamo a Partinico, da San Giuseppe Jato a Corleone. Telejato non si è occupata però solo di criminalità organizzata. Con il piglio della denuncia incalzante la piccola emittente ha affrontato i temi più scottanti: l'inquinamento ambientale attribuito agli scarichi di una distilleria, le infiltrazioni nella vita amministrativa, la corruzione, le speculazioni sul territorio. Maniaci e la sua emittente si sono ritrovati subito in trincea. Sono diventati bersaglio di un centinaio di querele ma anche di pesanti intimidazioni con incursioni nella sede della tv, l'incendio di un'auto dell'emittente, minacce anonime, l'aggressione di Maniaci a opera del figlio minorenne del capomafia di Partinico, Vito Vitale. E per ultimo un truce avvertimento con l'avvelenamento di due cani del giornalista. Per tutta risposta Maniaci ha mantenuto il taglio di un'informazione di denuncia intransigente che, recentemente, ha preso di mira con gli articoli di Salvo Vitale amico e compagno di Peppino Impastato la gestione dei beni sequestrati alla mafia e la sezione del tribunale presieduta da Silvana Saguto.
    Proprio da un filone dell'inchiesta sugli incarichi agli amministratori giudiziari è nata l'ipotesi che Maniaci abbia contrattato una linea più morbida della sua emittente in cambio di favori clientelari. Le intercettazioni ora proietterebbero ombre sulla correttezza del giornalista che spesso si è ritrovato al centro di scontri e di polemiche anche con persone e ambienti estranei al giro di interessi mafiosi. Anche la sua iscrizione nell'elenco dei pubblicisti è diventato un caso controverso.
    Denunciato per esercizio abusivo della professione, e poi assolto, chiese l'iscrizione nell'albo dei giornalisti della Sicilia e si presentò nella sede dell'Ordine regionale accompagnato dal segretario nazionale e ora presidente nazionale Enzo Iacopino. A sostegno della domanda, che subito alimentò forti polemiche, si formò soprattutto nei social un movimento che chiedeva l'immediata iscrizione del direttore di Telejato anche in presenza di numerosi precedenti penali, dalla truffa all'emissione di assegni a vuoto. Secondo Maniaci, che venne sentito per dare chiarimenti, si trattava di episodi lontani legati all'attività imprenditoriale e per l'Ordine non suscitavano più "particolare allarme sociale".
   

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