Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Uccisa da chemio: giudice "assassinio"

Uccisa da chemio: giudice "assassinio"

Motivazione sentenza, "la più grave colpa medica mai commessa"

PALERMO, 29 marzo 2016, 12:50

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Un assassinio", "la più grave colpa medica mai commessa al mondo". E' quanto scrive il giudice Claudia Rosini nelle motivazioni della sentenza che condanna medici e infermieri di Oncologia del Policlinico di Palermo, dove il 7 dicembre 2011 una donna di 33 anni fu uccisa da una dose letale (dieci volte superiore alla prescrizione: 90 milligrammi invece di 9) del chemioterapico vinblastina. La paziente morì per avvelenamento 22 giorni dopo: "Solo un ricambio completo del sangue, subito, avrebbe potuto - spiega il giudice - dare una speranza alla paziente. Invece, per ben cinque giorni quell'errore venne mascherato come gastrite" e il medico specializzando Alberto Bongiovanni, che "scriveva sotto dettatura e non aveva idea di cosa fosse la vinblastina, cancellò lo zero in più" dalla cartella clinica. Il giudice descrive l'oncologa Laura Di Noto, condannata a 7 anni, come "una copiatrice di dati"; il primario Sergio Palmeri circondato da "fidati vassalli"; l'organizzazione del reparto "affidata al caso".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza