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Fa arrestare usuraio, paese lo emargina

Fa arrestare usuraio, paese lo emargina

Appello dell'uomo, "ho bisogno di lavorare"

PALERMO, 10 marzo 2016, 19:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il 15 giugno scorso ha fatto arrestare dai carabinieri l'uomo a cui si era rivolto per avere un prestito e che poi gli avrebbe chiesto interessi usurai e minacciato. Alessio Nicola Pitti da quel giorno non riesce a lavorare ad Altofonte (Palermo). "Qui non posso vivere - racconta - mi dicono che sono 'sbirro' perché mi sono rivolto agli inquirenti e che non merito di vivere in paese".
    Intanto per il commerciante Roberto Bruno e per una donna, Maria Concetta Marrone, i pm hanno ottenuto dal gip il giudizio immediato. Bruno deve rispondere di usura aggravata dal metodo mafioso: avrebbe detto alla vittima di agire per conto di Salvino Raccuglia, fratello di Domenico, boss di Altofonte. "La mia disavventura è iniziata quando ho dovuto donare parte del mio fegato a mia sorella - racconta Pitti - Per mesi non ho potuto lavorare. Mio padre che mi dava una mano in quel periodo si è ammalato ed è morto, mia moglie mi ha lasciato. Così ho chiesto soldi a Bruno. Adesso chiedo aiuto. Ho bisogno di lavorare".
   

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