Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Padre agente Agostino riconosce 007

Padre agente Agostino riconosce 007

In confronto all'americana indica ex poliziotto Giovanni Aiello

PALERMO, 26 febbraio 2016, 15:25

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"E' lui, è quello che mi sta guardando": sconvolto, Vincenzo Agostino, padre di Nino, l'agente di polizia ucciso a Palermo insieme alla moglie ad agosto dell'89, ha riconosciuto, durante un confronto all'americana, nello 007 Giovanni Aiello, soprannominato "faccia da mostro", l'uomo che un mese prima del delitto del figlio vide vicino casa. Il riconoscimento si è svolto nel'aula bunker dell'Ucciardone, davanti al gip Maria Pino, nel corso di un incidete probatorio. Aiello è indagato per l'omicidio, ancora irrisolto insieme ai boss Gaetano scotto e Salvino Madonia. Per i capi mafia la procura aveva chiesto l'archiviazione, ma il giudice ha respinto l'istanza ordinando nuove indagini tra le quali il confronto fra il padre della vittima e Aiello. Secondo il pentito Vito Lo Forte, Aiello, che deve il soprannome ad una profonda cicatrice al volto causata dall'esplosione di un'arma da fuoco, avrebbe portato via in auto dal luogo del delitto i due boss dopo l'omicidio.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza