La guardia di finanza ha sequestrato due sale Bingo, 'Alcalà' e 'Caronda', di Catania, dal valore di 15 milioni di euro, in un'inchiesta per bancarotta fraudolenta della Procura di Roma. Indagati due noti imprenditori catanesi e sei dipendenti amministrativi che avrebbero trasferito le proprietà a un prezzo incongruo a nuove società degli stessi titolari. Le sale Bingo, che hanno un passivo di 12 milioni, 11 dei quali con l'Erario, sono aperte e gestite da un amministratore giudiziario.
Secondo l'accusa gli amministratori della 'Giocabingo' avrebbero trasferito, a un prezzo risultato palesemente incongruo, a nuove società appositamente costituite, ma riconducibili ai due imprenditori indagati, la proprietà e la gestione delle due sale Bingo. Condotte che, secondo le indagini delle Fiamme gialle, hanno "cagionato il dissesto della Giocabingo, che si sono completate nel 2010, con lo spostamento della sede sociale a Roma, dove nel 2012 è stata dichiarata fallita"
Tra le contestazioni mosse dalla Procura di Roma anche avere "ripetutamente attinto risorse per centinaia di migliaia di euro dalle casse della società poi fallita, senza alcuna giustificazione economico-commerciale, per viaggi di piacere e spese personali". Tra le operazioni contestate vi è anche "l'ingiustificata rinuncia a crediti verso società collegate per oltre 5 milioni di euro". Secondo la Procura non trova giustificazione "la corresponsione agli stessi due amministratori, negli anni dal 2004 al 2010, periodo in cui la società era già in grave stato di insolvenza, di compensi per 2,7 milioni di euro".
Le due sale gioco continuano a essere operative e da oggi saranno gestite da un amministratore giudiziario già nominato dal Tribunale di Roma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA