Centoquattro interventi nel 2003
da parte del Soccorso Alpino e Speleologico Sardegna.
Soprattutto per mettere in salvo escursionisti che, per una
caduta o per la perdita dell'orientamento, non riuscivano a
ritrovare il sentiero di ritorno.
Missioni su attivazione del 118, prefetture, forze
dell'ordine e su chiamata diretta, per un totale di 124 persone
soccorse.
Settantuno i salvataggi in ambiente impervio portate a
termine in collaborazione con il servizio di elisoccorso.
In campo 435 soccorritori per oltre quattromila ore. La zona
più a rischio? L'Ogliastra con 35 interventi. Con particolare
predilezione per boschi e sentieri che portano alla scoperta di
calette paradiso.
Ma anche con il sud Sardegna non si scherza: ventotto
missioni di salvataggio. Il picco degli interventi (dodici) ad
agosto. Ma molti sos arrivano anche con le prime gite di
primavera, a marzo.
L'età? Tra i cinquanta e i sessant'anni, al 63% maschi. Le
cause della chiamata? Al primo posto ci sono le cadute. Poi la
perdita di orientamento, i malori, le scivolate. Sino allo
sfinimento.
Che cosa stavano facendo le persone costrette poi a lanciare
l'allarme? Soprattutto escursioni. Ma anche speleologia,
arrampicata sportiva o mountain bike? Tra i numeri del soccorso
alpino anche i "prestiti" dei tecnici all'attività di
elisoccorso in caso di problemi di salute o incidenti: è
capitato nel 2023 oltre duemila volte.
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