In occasione dell'anniversario dei
quarant'anni di "Legarsi alla montagna", il Comune di Ulassai e
la Fondazione Stazione dell'Arte, in Ogliastra, annunciano
l'inaugurazione della mostra "Maria Lai. Di Terra e di cielo",
che il 13 agosto alle 19 segnerà l'apertura del CAMUC - Casa
Museo Cannas.
L'edificio al centro del paese conserva ancora importanti
tracce del passato: è stato acquisito dal Comune circa 25 anni
fa per essere trasformato in uno spazio culturale. "Oggi,
finalmente - dichiara il sindaco di Ulassai Gian Luigi Serra -
dopo un accurato lavoro di recupero architettonico e
riqualificazione funzionale, possiamo restituire alla comunità
un luogo significativo del nostro paese capace di incrementarne
ulteriormente l'offerta culturale e di attrarre nuovi flussi di
visitatori".
La mostra "Di Terra e di cielo" si articola in due percorsi
espositivi: uno si sviluppa dentro gli spazi del Camuc e l'altro
all'esterno, tra le vie del centro storico. La mostra, curata da
Davide Mariani e firmata nell'allestimento dallo studio di
architettura laiBE di Roma, riunisce oltre cento tra opere
autografe, foto, video, bozzetti e nuove acquisizioni,
quest'ultime frutto di recenti donazioni effettuate dai nipoti
di Maria Lai alla Fondazione Stazione dell'Arte che la stessa
artista creò nel lontano 2004. Per celebrare i 40 anni di
"Legarsi alla montagna", l'opera in assoluto più emblematica del
rapporto tra Maria Lai e la sua comunità, universalmente
riconosciuta come la prima operazione di "arte relazionale" in
Italia, il centro storico di Ulassai si accinge ad accogliere
oltre cinquanta fotografie, molte delle quali inedite, che
ritraggono le persone del paese intente a legare le proprie case
alla montagna con 26 chilometri di nastro celeste.
"Quando nel 1981 Maria Lai realizza Legarsi alla montagna non
trova, per sua stessa ammissione, il termine adatto a definire
l'operazione - ricorda Davide Mariani, direttore della Stazione
dell'Arte - Quello che lascia apparentemente senza parole è un
dato importante e rivoluzionario: a Ulassai l'autore
dell'intervento è il paese, non un solo artista. La sua
elaborazione di immagini simboliche, suggerita da leggende e
racconti, era stata infatti affidata a chi, pur estraneo al
mondo dell'arte, voleva contribuire operativamente con la
partecipazione personale e collettiva alla creazione di questa
straordinaria opera".
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