La Sardegna celebra la giornata
regionale di prevenzione e lotta contro gli incendi e ricorda i
morti di Curraggia: il 28 luglio 1983, nell'omonima collina
vicino a Tempio Pausania, in Gallura, nove persone persero la
vita e altre 15 rimasero ferite mentre tentavano di domare un
vasto incendio. La Cerimonia di commemorazione del trentottesimo
anniversario del tragico rogo oggi si concluderà alle 20 al
Monumento dei Caduti nella località collinare.
Ma oggi l'Isola deve fare nuovamente i conti con la storia, dopo
l'ennesima devastazione che stavolta ha colpito il Montiferru,
in queste giornate di fine luglio, come allora. Stavolta non ci
sono stati morti, almeno tra le persone, mentre non sono stati
così fortunati gli animali o le piante, tra cui l'olivastro
millenario di Cuglieri. Si parla di 20mila ettari, ma la
riperimetrazione è in corso e si potrebbe arrivare ad un
bilancio ben più grave con aziende agricole a artigianali
distrutte, oltre ad un intero patrimonio boschivo andato in
fumo: un disastro peggiore dell'incendio che distrusse il
Montiferru nel 1994.
Nel 2019, sempre, il 28 luglio, in una terribile notte con la
Statale 131 dcn bloccata e decine di sfollati dalle località
turistiche del nord est dell'Isola andarono in fumo 600 ettari
bruciati nel territorio di Siniscola (Nuoro)
Nel 2015 toccò nuovamente alla Gallura cedere all'avanzare del
fuoco ampie porzioni di territorio un altro 28 luglio che
passerà alla storia: oltre 50 ettari di macchia mediterranea
sulla Costa Corallina e 35 a San Teodoro, alcune case bruciate e
centinaia di turisti evacuati nelle spiagge e allontanati.
Ora la storia si ripete: da sei giorni l'Oristanese brucia come
nel 1994 (allora era agosto) quando andarono in cenere oltre 12
mila ettari di bosco tra Seneghe, Bonarcado, Cuglieri,
Santulussurgiu e Scano Montiferro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA