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Porto canale: in 3 anni -72% di traffico

Porto canale: in 3 anni -72% di traffico

Zonca (Uil), a rischio oltre 500 lavoratori. Appello a Toninelli

CAGLIARI, 20 settembre 2018, 16:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il porto canale di Cagliari cola a picco: perso in tre anni il 72% del traffico merci. A rischio ci sono 220 lavoratori e un indotto di altri 300 operatori. È la denuncia di Uiltrasporti sullo stato di salute dello scalo di Macchiareddu: il sindacato chiede l'apertura immediata di un tavolo di crisi e un intervento del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli. Se nel 2015 il porto canale del capoluogo - questo il contenuto del dossier - ha movimentato 686.000teu, nel 2017 si è registrata una flessione a 420.000 e le previsioni per l'anno in corso si attestano a soli 190.000teu: -55% in un anno.
    "Lo scenario del terminal di Cagliari non può avere una vita lunga - spiega il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca - Sicuramente paghiamo 3 anni e mezzo di commissariamento del porto dovuto all'immobilismo della Regione che non riusciva a designare il possibile presidente dell'Autorità portuale. Oggi, a distanza di oltre un anno dalla nomina, non riscontriamo ancora iniziative che riescano a mutare l'attuale situazione, che è sempre più preoccupante". La concorrenza? Il dossier della Uiltrasporti evidenzia come a Cagliari i costi di pilotaggio e per i rimorchiatori, a parità di tariffe (stabilite a livello nazionale), siano superiori a Gioia Tauro. Quanto alla distanza dalle grandi rotte di navigazione, lo studio del sindacato rileva come la posizione di Cagliari sia molto più centrale rispetto a di Gioia Tauro.
    Quale futuro per il porto canale e suoi 600 lavoratori? Se lo chiede anche la Fit-Cisl, che ha già inviato una richiesta di incontro urgente al terminalista. "A nostro avviso - spiega la sigla - Cagliari ha l'impellente necessità di essere un porto veloce se vuole battere la concorrenza. Le merci viaggiano fra Tangeri e Port Said, attracchi più vantaggiosi per spostare tutto quello che si produce e si consuma nei cinque continenti e che ormai neanche sfiorano più il nostro porto sulla rotta che da Gibilterra scende al Canale di Suez. Un porto diventato una rada sempre più deserta - denuncia la Fit - lontana dai mercati e scansata dai commerci".
   

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