Storie di ragazzi del Meridione
che non vogliono emigrare e lavorare a Berlino o a Londra. O
meglio, che vogliono anche andare a fare esperienza in Germania
o in Inghilterra, ma desiderano tornare e costruire il loro
futuro a casa. Sono 9.743 gli accessi dei giovani, soprattutto
dai 30 ai 35 anni, ma c'è una bella fascia anche dai 25 ai 29,
alla piattaforma di "Resto al Sud", l'incentivo del Governo che
con Invitalia sostiene la nascita di nuove attività
imprenditoriali avviate da giovani nelle regioni del
Mezzogiorno. Le strade più battute? Cultura, turismo e
innovazione. Le nuove statistiche aggiornate sono state fornite
questa mattina a Cagliari dall'amministratore delegato di
Invitalia Domenico Arcuri in un incontro di promozione della
misura in Sardegna. Sono già 2.543 i giovani o i gruppi di
giovani che in quattro mesi - il programma è partita a gennaio -
hanno presentato la loro proposta. Arcuri ha comunicato che
1.750 sono in fase di valutazione. E che 355 idee sono state già
approvate, il 40%. Mentre 552 sono state bocciate. Ma c'è tempo,
magari per riprovarci. Il fondo è di 1 miliardo e 250 milioni.
"Per come leggiamo questi primi numeri pensiamo che il programma
andrà avanti almeno per cinque anni", annuncia Arcuri. Gli
investimenti sono pari a 164 milioni di euro, mentre le
agevolazioni concesse sono di 87 milioni. È questo il numero su
cui si basa la proiezione per i prossimi cinque anni. "Anche se
pensiamo - sottolinea l'ad di Invitalia - che avremo presto una
accelerazione dopo che si vedranno in azione le prime imprese".
Ad oggi il potenziale lavorativo è di 9.240 giovani. "Con questo
programma non possiamo più dire che non ci sono occasioni -
chiarisce ancora Arcuri - e che non si può fare niente. Di
fronte ai problemi, cito l'economista Hirschmann, ci sono tre
possibilità: exit, andare via, voice, protesta, e loyalty,
attivare percorsi per invertire il declino. Noi dobbiamo
convincere i giovani a scegliere questa terza parola".
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