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Provocarono suicidio ragazza, 2 indagati

Provocarono suicidio ragazza, 2 indagati

Procura Tempio, indagini partite da biglietto d'addio vittima

OLBIA, 08 febbraio 2018, 18:23

Redazione ANSA

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La Procura di Tempio Pausania - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura di Tempio Pausania - RIPRODUZIONE RISERVATA
La Procura di Tempio Pausania - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura di Tempio Pausania ha sciolto ogni riserva: sono due giovani di Porto Torres di 24 e 29 anni i presunti responsabili della diffamazione e del suicidio di Michela Deriu, la 22enne di Porto Torres che si è tolta la vita la notte tra il 4 e il 5 novembre scorsi a La Maddalena.

Secondo le indagini degli investigatori della Sezione Operativa del Reparto Territoriale Carabinieri di Olbia, con la collaborazione della Compagnia di Porto Torres, i due giovani, in concorso tra loro e comunicandolo a più persone, hanno offeso la reputazione di Michela, rivelando informazioni confidenziali attinenti alla sua vita e abitudini sessuali e in particolare hanno mostrato, divulgandolo, video e foto che ritraevano la ragazza durante un rapporto sessuale.

Le indagini che hanno portato ai due giovani sono partite da quanto scritto da Michela in uno dei biglietti trovati vicino al corpo senza vita nella casa dell'amica di La Maddalena, in cui faceva riferimento a "ricatti e umiliazioni per via di un vecchio film". I due giovani sono accusati dei reati di diffamazione aggravata e morte quale conseguenza di altro reato. Michela Deriu fu trovata morta da un'amica, che la ospitava in casa, il 5 novembre scorso a La Maddalena. Le indagini che hanno portato ai due giovani di Porto Torres sono partite da quanto scritto dalla stessa Michela in uno dei biglietti di addio trovati in casa.

Da qui le accuse della Procura di Tempio Pausania. Secondo l'accusa, "i due indagati in concorso tra loro, hanno contribuito a cagionare, quale conseguenza non voluta, la morte di Michela, la quale, avendo appreso la notizia della diffusione delle informazioni e dei video che la ritraevano mentre faceva sesso, si determinava a togliersi la vita mediante impiccagione".

UN VIDEO PER IL RICATTO - Hanno offeso la reputazione di Michela Deriu, rivelando informazioni confidenziali sulla sua vita privata e sulle sue abitudini sessuali e divulgando video e fotografie che la ritraevano durante un rapporto sessuale, contribuendo a determinare la sua volontà suicida. È l'accusa che la Procura di Tempio rivolge ai due giovani di Porto Torres, Mirko Campus e Roberto Costantino Perantoni, rispettivamente di 24 e 29 anni non ancora compiuti.

Per gli inquirenti sono responsabili di diffamazione aggravata e morte come conseguenza di altro reato. Il loro comportamento, è la conclusione seguita alle indagini dei carabinieri della sezione operativa di Olbia e della compagnia di Porto Torres, ha spinto al suicidio la giovane, 22 anni, che il 5 novembre scorso si è tolta la vita a La Maddalena, nell'appartamento di un'amica cui aveva chiesto riparo dopo aver saputo delle voci e delle immagini che circolavano tra i suoi concittadini e la vedevano per protagonista. Alle 3 del mattino di quel drammatico giorno, Michela Deriu si era impiccata in cucina. I carabinieri della stazione di La Maddalena avevano trovato due biglietti scritti a mano, in uno dei due si faceva espressamente riferimento a "ricatti e umiliazioni per via di un vecchio film".

Da lì sono partite le indagini a La Maddalena e a Porto Torres, con due Procure inizialmente coinvolte perché il suicidio seguiva solo di pochi giorni un'altra vicenda di cui era stata protagonista Michela. La ragazza aveva raccontato di essere stata vittima di una rapina la notte del 31 ottobre, intorno alla 1.30 del mattino, mentre tornava a casa dal bar in cui lavorava. In realtà la giovane aveva denunciato il fatto solo il 3 novembre, dopo che la notizia era apparsa sui giornali.

Agli investigatori è parso subito chiaro che la storia della rapina non aveva fondamento e che lei aveva simulato. I due nuclei investigativi hanno setacciato la vita di Michela, hanno ascoltato oltre cento persone in qualche modo legate o vicine alla vittima, hanno eseguito intercettazioni telefoniche e hanno messo a confronto dati, materiale informatico, video e foto sequestrati durante le indagini. Al termine dell'attività sono arrivati i nomi dei primi due iscritti al registro degli indagati, ma non è escluso che la lista possa aumentare di qui a poco: insieme a loro era stata inizialmente esaminata anche la posizione di una ragazza di Ittiri, coetanea di Michela, che attualmente vive e lavora a Londra. Quale sia stato il suo ruolo in tutta la vicenda è ancora da definire.

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