"Questo è il primo tempo di una
partita che ne ha tre". È combattiva l'ex sottosegretaria
Francesca Barracciu, anche se non nasconde lo choc della
condanna a 4 anni appena ricevuta per lo scandalo dei fondi
destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. "La
strategia scientifica utilizzata dai miei difensori credo che
varrà in seguito - ha sottolineato - Sono trascorsi quattro anni
molto duri. Ho rinunciato, unica in Sardegna, alle cariche che
rivestivo quando sono stata raggiunta dall'accusa di peculato".
L'esponente del Pd, a cui sono state contestate spese
illecite per 80mila euro, ha poi ricordato le vicissitudini
degli ultimi anni seguite all'incriminazione, che le costò la
rinuncia all'investitura come candidata alla guida della Regione
Sardegna per il centrosinistra dopo il successo ottenuto alle
primarie. "Sono stata travolta politicamente in solitudine - ha
ammesso - questa cosa mi ha rafforzato molto e questa vicenda
penso mi abbia anche fatto diventare una persona migliore. Con
questa forza affronterò il secondo grado, certamente ora un po'
scossa. E non lo nascondo". A chi le chiedeva se ritiene la sua
condanna una sentenza politica, Francesca Barracciu ha risposto:
"No non lo è, non sono complottista e non lo sono mai stata.
L'avermi messa ad affrontare in solitudine questo processo
rispetto agli altri trenta miei colleghi credo che abbia dei
profili di dubitabilità importanti. Non penso a un complotto, ma
voglio ricordare a tutti voi che mi sono addormentata il 30
settembre 2013 alle due del mattino come candidata alla
presidenza della Regione e alle 8 del mattino dell'1 ottobre
avevo l'avviso di garanzia in casa. È non ho null'altro da
aggiungere".
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