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Stop inceneritore, sit-in davanti al Tar

Stop inceneritore, sit-in davanti al Tar

Discussione su ricorso contro piano Regione e inceneritore

CAGLIARI, 29 novembre 2017, 15:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bisognerà attendere almeno 30 giorni per conoscere il verdetto del Tar Sardegna sul ricorso presentato dai Comitati Zero Waste e Non Bruciamoci il futuro e dai Comuni di Arzana, Gavoi, Olzai e Sarule contro il piano dei rifiuti varato nel 2016 dalla Regione. Davanti ai giudici, oggi, l'ultimo dibattimento nell'udienza pubblica a Cagliari: da una una parte l'avvocato dei comitati e delle amministrazioni comunali, Mauro Barberio, dall'altra quello della Regione, Mattia Pani.

"Il piano dei rifiuti del 2008 è stato redatto in due anni, quello del 2016 in soli tre mesi perché la Regione aveva fretta di aggiornare la vecchia programmazione per colmare un ritardo evidenziato dall'Europa con una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia - ha spiegato Barberio in aula - Un piano che ha determinato l'inserimento di un nuovo termovalorizzatore che produce 60 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che non è stato ritenuto degno di passare dalla valutazione ambientale strategica (Vas) perché la Regione afferma che era un mero aggiornamento".

"I Comuni non sono stati sentiti, perché si doveva correre", ha denunciato l'avvocato. Non solo. I numeri su cui si è basato l'aggiornamento sono datati: "l'esame sulla qualità dell'aria è del 2006 - ha precisato Barberio - quelli sulle emissioni pericolose del 2000". Il legale della Regione si è rimesso alle memorie scritte, ribadendo la correttezza dell'operato dell'amministrazione e sottolineando alcuni aspetti. Il primo riguarda la procedura di infrazione da parte della Commissione Ue.

"Oggi è arrivata una nota da Bruxelles che afferma che la Commissione si è sbagliata: la procedura riguardava solo documenti non completi", ha riferito l'avvocato. In pratica, secondo Pani, decadrebbe uno dei motivi alla base dei ricorsi, anche quelli precedenti a questo. Altra questione è il mancato coinvolgimento delle comunità locali: "il piano non è stato completato in soli tre mesi - ha replicato l'avvocato della Regione in udienza - i colloqui con l'Anci sono stati avviati a partire dal 2015 e quindi i Comuni sono stati sentiti".

SIT-IN DI COMITATI E SINDACI - Sit-in davanti al Tar, in piazza del Carmine a Cagliari, dei comitati Zero Waste e Non bruciamoci il futuro in concomitanza con la discussione nell'udienza pubblica sul ricorso presentato dagli stessi comitati e dai Comuni di Olzai, Sarule, Gavoi e Arzana contro il piano regionale di rifiuti, che comprende anche la realizzazione della seconda linea dell'inceneritore di Tossilo, nella zona industriale di Macomer.

"Il nuovo piano regionale dei rifiuti varato a dicembre 2016 prevede che l'impianto di Tossilo da transitorio, come nel vecchio piano, diventi il secondo polo regionale e il nostro ricorso è proprio su questo - spiega la presidente del Comitato Zero Waste, Franca Battelli - il piano non è stato condiviso con le comunità, è stato varato in fretta e furia per perché c'era, dice la Regione, una procedura di infrazione dall'Unione Europea. La Regione sostiene che non ci sono state modifiche sostanziali rispetto al vecchio piano e quindi è stata fatta fuori la procedura di Vas, la valutazione ambientale strategica e non è stato consultato nessuno, neanche gli enti locali che sui territori governano".

La sindaca di Sarule Mariangela Barca, in rappresentanza dei suoi colleghi primi cittadini, ha spiegato che il ricorso è stato presentato "perché riteniamo che il piano regionale dei rifiuti così com'è come è non vada bene. Non va bene principalmente perché ripropone l'incenerimento come tecnologia per lo smaltimento dei rifiuti, una tecnologia superata in Italia e nel mondo. Ed è anche basato su tecniche che inquinano e che quindi mettono a repentaglio prima di tutto la salute dei cittadini e i nostri prodotti.

Noi crediamo - ha aggiunto - in un'economia della Sardegna basata sulle nostre risorse che sono l'agricoltura, l'allevamento, il turismo sostenibile e gli inceneritori sicuramente non ci aiutano in questo in questa battaglia". La sindaca ha ammesso che gli enti locali che hanno fatto ricorso sono pochi perché "purtroppo si ha paura della Regione e che poi magari qualche finanziamento non arrivi. Invece penso che i sindaci debbano rappresentare le comunità e quelli che sono i bisogni dei cittadini".

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