Il Partito dei Sardi è pronto a
dare battaglia sull'Agenzia sarda delle entrate, soprattutto nel
caso in cui la Corte Costituzionale accolga il ricorso del
Governo contro la legge istitutiva dell'Agenzia Sarda delle
entrate (Ase), bocciando la norma su una futura
contabilizzazione delle entrate tributarie.
Dopo avere esposto in Consiglio regionale uno striscione con
la scritta "I soldi dei sardi alla Sardegna" e realizzato un
flash mob fuori dal palazzo con alcuni volantini con su scritto
"Boga sa manu" all'indirizzo dello Stato, nel giorno in cui si è
tenuta l'udienza sull'Ase davanti alla Consulta, il PdS
sollecita una forte presa di posizione da parte di tutto il
centrosinistra e di tutti i sardi in difesa di "un punto
decisivo per il futuro della Sardegna e dell'autodeterminazione
che i sardi vogliono perseguire".
"Il conflitto esiste visto che il Governo non ha ritirato
ricorso - ha tuonato il segretario nazionale Franciscu Sedda in
una conferenza stampa che ha preceduto la direzione nazionale
del partito alla presenza del presidente Paolo Maninchedda -
bisogna cogliere l'occasione per ribadire che è una legge che
rappresenta tutti i sardi e i diritti dei sardi. Non capiamo a
chi convenga questo silenzio e forse qualcuno ha paura che c'è
una forza che cresce e lo fa a carte scoperte: noi giochiamo al
rialzo. Fino ad oggi lo abbiamo fatto in stile garbato, forse
occorre iniziare ad agire e a premere sull'acceleratore".
"Da giugno stiamo sollecitando attenzione su questo tema - ha
spiegato il capogruppo in Consiglio regionale, Gianfranco Congiu
- il Governo ha dato un'inutile prova di forza con il ricorso .
Un atteggiamento dispotico da parte dello Stato, soprattutto
all'indomani del referendum per aprire trattativa su temi già
scanditi dalla carta costituzionale. Ci aspettiamo che già da
domani riprenda il confronto sull'Agenzia sarda delle
entrate".
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