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Cacciò capo ufficio stampa, dovrà pagare

Cacciò capo ufficio stampa, dovrà pagare

Ex governatore Cappellacci condannato in appello da Corte conti

CAGLIARI, 05 ottobre 2017, 12:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Prima l'assoluzione, poi la condanna in secondo grado a restituire alla Regione Sardegna circa 220 mila euro. E' arrivata da Roma la stangata per l'ex governatore Ugo Cappellacci (Fi), sebbene i giudici della Sezione d'Appello della Corte dei Conti lo abbiano condannato a rifondere circa metà della cifra che gli veniva contestata per la cacciata, quasi immediata, del capo ufficio stampa che aveva nominato dopo aver vinto le elezioni nel febbraio del 2009.
    In primo grado l'attuale coordinatore regionale di Forza Italia era stato assolto dall'accusa di aver causato un danno patrimoniale alla Regione quando licenziò Valerio Vargiu a pochi mesi dalla nomina. Il danno accertato era pari a 426.253, denaro che il Tribunale del lavoro riconobbe ugualmente al giornalista, ma i magistrati erariali della Sardegna valutarono che la responsabilità dell'esborso era degli organi amministrativi e non di Cappellacci. Dopo l'assoluzione, la Procura aveva presentato ricorso in appello e nei giorni scorsi - come svelato dallo stesso leader di Fi sul suo profilo Facebook - i giudici romani hanno ribaltato la decisione sancendo che, almeno una parte della colpa, è da imputate all'allora capo della Giunta.
    "Ho fatto il mio dovere e mi è costato caro - scrive l'ex governatore su Fb - Un giudice dice che ho ragione e che ho agito applicando un principio di buona amministrazione, un altro invece mi impone una stangata. Una sentenza di appello che ribalta tutto e non tiene conto di come si sono effettivamente svolti i fatti". "La somma richiestami è pesante - sottolinea Cappellacci - e ci vorrà molto del frutto del mio lavoro di commercialista per pagarla. Ma nella mia vita sono abituato a rimboccarmi le maniche, a rialzarmi tutte le volte che sono stato colpito. In ogni caso - annuncia - presenterò ricorso in Cassazione per provare fino in fondo a far valere le mie ragioni".

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